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Tra Covid e guerra il turismo al Sud vive grazie agli italiani

 
Bernabò Bocca

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Bernabò Bocca

Tra Covid e guerra il turismo al Sud vive grazie agli italiani

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Le prime parole che vengono in mente, pensando alla stagione estiva in arrivo e soprattutto alle imminenti festività pasquali, sono proprio «ripresa», «ripartenza», «riapertura». In questo territorio baciato dalla bellezza e dalla preziosità della storia che contiene, il tema è molto sensibile. Del resto è vero: dopo due anni di pandemia, di notizie funeste e chiusure a macchia di leopardo su tutto il territorio italiano ed anche per gli ingressi dall’estero, è proprio «qui ed ora» che stavamo carezzando l’idea di essere finalmente fuori dal tunnel. Il calo dei contagi da Covid-19 e l’annuncio di un allentamento graduale delle restrizioni stavano effettivamente creando un clima di maggiore fiducia tra i viaggiatori. A questo proposito basti ricordare il recente studio sulle nuove tendenze di viaggio pubblicato su una nota testata nazionale, secondo il quale per il 2022 oltre il 60% dei viaggiatori sarebbe tornato alle stesse abitudini di viaggio pre-pandemia e in alcuni casi, 1 su 4, avrebbe aumentato il numero di viaggi.

Il condizionale purtroppo è d’obbligo, perché il conflitto scatenatosi tra Russia e Ucraina, oltre ad aver gettato nello sconforto il nostro Paese e l’Europa tutta, ha compromesso lo scenario mettendo a serio rischio la tenuta del turismo.
Che cosa rappresenterà tutto questo per la Puglia e per il Sud? Una volta tanto il destino dell’Italia è in pareggio: l’ulteriore danno che si presume potremo subire dalla guerra non prediligerà una regione piuttosto che un’altra, ma sarà piuttosto generalizzato. Certo la Puglia avrà le sue perdite, si è valutato che potrebbero mancare all’appello oltre 106mila turisti dalla Russia. Eppure, è proprio in questo contesto che ci si può render conto che la tenuta del settore turistico la dobbiamo al coraggio ed alla vitalità degli italiani ai quali noi, addetti ai lavori, ci sentiamo di dire grazie. Tra le restrizioni del periodo pandemico e il blocco degli arrivi dei turisti stranieri, se non fosse stato per i viaggiatori di casa nostra non avremmo rilevato la discreta performance della scorsa estate e delle successive occasioni di festività a vacanze. Sono stati gli italiani che, non appena possibile, hanno scelto la destinazione Italia per partire. Non hanno rinunciato e si sono esposti economicamente per non lasciare incompiuto il proprio progetto di viaggio.

Di questa eccezionale, straordinaria, sorprendente «famiglia Italia» ho fiducia piena. Forse dobbiamo ritornare a guardare alle cose con una diversa prospettiva, cercando di non farci sopraffare dalla sequenza di negatività alla quale tutti i Paesi sono sottoposti. Il cinema, il teatro, il mondo della creatività ci insegnano molto: the show must go on. E se non sarà proprio «ripartenza», pensiamo almeno a resistere nel migliore dei modi. Territori come il nostro Sud saranno ogni giorno di più riscoperti e amati dai nostri concittadini, in attesa che il turismo straniero torni a fare la sua parte. In questo senso è utile ricordare che dovremmo essere sostenuti al massimo in termini di competitività: auspichiamo che al più presto ciò che è stato annunciato diventi realtà e che le restrizioni diventino un brutto ricordo, come sta succedendo in Francia, Regno Unito, Spagna Danimarca ed altri paesi nostri competitor. Appuntamento al Sud quindi. O meglio: appuntamento in Italia.

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