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Andrea Pazienza, fumetti e rivoluzione

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Andrea Pazienza, fumetti e rivoluzione

Il poeta Fraccacreta fu suo amico: «Resta inimitabile»

Sabato 28 Maggio 2022, 12:31

«Pentothal è nato nel buen retiro di San Menaio, prodotto delle visioni sociali bolognesi e le contro-visioni paesaggistiche del suo Gargano. Ne venne fuori la prima genialata di Andrea sulle tavole che lo consegnarono al pubblico italiano nel 1977». Enrico Fraccacreta è l’amico della giovinezza goliardica di Andrea Pazienza, vissuta tra spensieratezza e turbamento, tra le radici di San Severo «dove le sfide erano gli scherzi al limite e conquistare le ragazze imbucandosi alle feste» e l’università frequentata da fuori sede, «spesso in quella palazzina rosso mattone di via Emilia Ponente numero 223 di Bologna, dove io raggiungevo Andrea da Firenze dove studiavo agraria e lui era al Dams fondato tre anni prima. Era l’epoca della contestazione studentesca. Sfidavamo la polizia per rivendicare l’egualitarismo formativo, il diritto all’aborto e al divorzio. Col rischio, provato, di finire in gattabuia. Era un periodo ribollente, che generò la catarsi umana e artistica di Andrea».

Quando Enrico Fraccacreta, poeta e botanico, premio Montale nel 1995 per l’opera «prima» I nostri pomeriggi con cui scrive l’incipit della sua antologia naturalistica, ci accoglie a San Severo, il primo punto che indica non è l’imponente biblioteca dedicata all’umanista Alessandro Minuziano che contiene nel suo patrimonio due tomi dell’Opera Omnia di Cicerone, bensì «l’edificio alto che si staglia in via Daunia 43. La vedi quella finestra rettangolare? È la mansarda dove Andrea iniziò la sua produzione di fumetti. Mi onoro di essere stato il primo ad aver visto quei lavori». Il sesto piano in cemento, che conserva l’opificio creativo di Pazienza, osservandolo, invade l’orizzonte come il naso aguzzo del personaggio erede di Pentothal, ossia l’iconico Massimo Zanardi col quale, dopo aver inquadrato la generazione delle lotte di classe dei Settanta, marca il vuoto assoluto e il crollo degli ideali della stagione degli Ottanta.

Da quella soffitta Pazienza traccia le sue nuvolette piene di ingegno. «Iniziava il disegno in parti diverse del foglio, con una serie di tratti apparentemente estranei tra loro, così che, per un bel po’ di tempo, non capivamo cosa stesse disegnando. Sembrava un pasticcio, in realtà, di botto, emergevano dal groviglio gli ultimi segni che delineavano la scena, tirandone fuori l’anima. L’opera affiorava limpida, raffinata e divertente. I nostri sguardi contratti si distendevano nel sorriso, lui pareva soddisfatto; si girava verso di noi, ci guardava uno ad uno negli occhi, e poi, come una meraviglia, scoppiavamo tutti a ridere». Fraccacreta ripercorre l’amicizia nel suo libro di successo Il Giovane Pazienza.

Nel febbraio del ‘77, quello studente di vent’anni si presenta nella redazione di Linus e tira fuori i disegni con le storie di un personaggio chiamato Pentothal, come l’anestetico detto siero della verità. L’editore Oreste del Buono (a cui arriverà una telefonata di Umberto Eco con le referenze sui lavori dell’allievo visti in anteprima) esclama: «Splendida e insuperabile opera d’arte». Il giudizio è del fondatore di Linus che, per il suo magazine Alter Alter, nato come un vezzo di impronta politica, paga Pazienza 120mila lire a tavola, un gradino sotto l’allora inarrivabile Hugo Pratt. «Una cifra degna del suo estro» commenta oggi Fraccacreta, secondo il quale «lo stile di Pazienza resta inimitabile. Zerocalcare paragonabile a lui con le storie attuali di denuncia sociale? Nemmeno lontanamente».

Prima di essere ucciso a 32 anni da un’overdose di eroina, Pazienza era la rockstar del fumetto. Un giovane Holden che si muoveva «col suo animo profondo» (dice Fraccacreta) in quel clima da sogno rivoluzionario, scandito dalle denunce di Radio Alice, dalle canzoni di Guccini («il suo mito» appunta l’amico) e dal proiettile di un carabiniere di leva che, in risposta alle molotov studentesche, uccide l’11 marzo 1977 il militante di Lotta Continua Francesco Lorusso. L’episodio scuote Pazienza che si precipita nella tipografia di Alter Alter e chiede di sostituire al volo l’ultima pagina del suo avventuroso Pentothal con una tavola ispirata all’omicidio del giovane manifestante. «Se questo personaggio avrebbe presa oggi sui lettori? No, perché i tempi sono cambiati e i Millennial sono attratti da altre storie» risponde Fraccacreta, che è uno degli organizzatori del Festival del «Mosaico», in corso a San Severo, con l’obiettivo di stimolare il cambiamento sociale attraverso la cultura del paesaggio della Capitanata, dalla quale l’amico di Pazienza continua a estrarre liriche come fossero raccolti.

La rassegna ospita i due talenti del fumetto made in Gargano: Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri, che presentano la versione italiana della loro graphic novel, stile anticipato da Pazienza nel suo ultimo epico fumetto: Pompeo. I due disegnatori hanno riscosso successo in Francia e Belgio con l’ultimo lavoro: Gli Assediati. «Il loro talento - commenta Fraccacreta - è come un frutto sbocciato nella terra coltivata artisticamente da Pazienza». La stessa terra - con un cipresso piantato sopra - che il fumettista aveva chiesto lo accogliesse «qualora dovesse succedermi qualcosa». Una «preghiera» rivolta al padre Enrico, suo insegnante di Educazione artistica alla medie e soprattutto acquerellista di valore che gli tramandò l’amore per l’arte.

L’ultimo desiderio è stato realizzato. Il cimitero di San Severo ospita la tomba del disegnatore. Un masso sopra la terra lieve, trapuntato di matite, dono dei suoi fan. Accanto, la tomba del padre. Il dolore per la scomparsa di Andrea lo ha consumato. È morto dieci anni dopo il figlio.

La madre di Andrea Pazienza, Giuliana, che partorì il figlio a San Benedetto del Tronto per poi trasferirsi nel Foggiano, invece «è viva e vegeta e ha 94 anni» sottolinea Fraccacreta, mentre indica ancora la mansarda di Andrea. E le pinete, gli aranceti di San Menaio, quello sguardo sul Gargano, che furono la prima fonte di ispirazione per Pazienza e la penna urgente come il suo cuore.

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