Giovedì 30 Ottobre 2025 | 05:09

Bari, difesa e attacco: tutti i numeri in rosso

Bari, difesa e attacco: tutti i numeri in rosso

 
Redazione Sport

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Bari, difesa e attacco: tutti i numeri in rosso

L’impietoso dato sul possesso palla del Mantova (oltre il 78% per i lombardi, meno del 22% per i pugliesi) ha rappresentato la fotografia di una sofferenza che ormai accompagna puntualmente i biancorossi

Mercoledì 29 Ottobre 2025, 12:01

La più casuale delle vittorie da trasformare in un’inversione di tendenza. Non è un caso che il Bari sia stato subissato di fischi malgrado il successo di fondamentale importanza sul Mantova. L’impietoso dato sul possesso palla (oltre il 78% per i lombardi, meno del 22% per i pugliesi) ha rappresentato la fotografia di una sofferenza che ormai accompagna puntualmente i biancorossi. Un trend chiaro, fotografato dai dati statistici della cadetteria.

Difesa o attacco, fa poca differenza. I Galletti non funzionano come complesso, in alcuna fase. Gli sprazzi incoraggianti intravisti con il Monza e generosamente sottolineati da un pubblico che ben presto si è ritrovato disilluso, arrabbiato e persino apatico (come confermano le presenze in caduta libera allo stadio) sono state poi rimpiazzate da un mese e mezzo da tregenda. La fotografia degli indici, infatti,è impietosa.

L’analisi parte dai dati che balzano per primi all’occhio e riguardano innanzitutto la difesa. Con 15 reti al passivo, la retroguardia di Fabio Caserta è la terzultima della categoria: peggio soltanto l’Empoli a quota 16 ed il Pescara a 17. Conseguente la media reti incassate a gara: i Galletti sono terzultimi (con Mantova e Avellino) alla media di 1,7 ogni 90’, seguono i toscani a 1,8 e gli abruzzesi a 1,9. Sabato scorso, il portiere Michele Cerofolini ha «festeggiato» (a suon di interventi determinanti) il primo «clean sheet» stagionale, giunto soltanto alla nona giornata. Anche in questa graduatoria, tuttavia, i pugliesi si ritrovano in coda, sebbene in ampia compagnia, con Cesena, Mantova, Pescara, Reggiana, Sampdoria ed Entella. Ma sono anche le fasi di gioco a testimoniare come il Bari sia costantemente in balia degli avversari. La classifica degli intercetti, infatti, vede i pugliesi quintultimi con una media di 5,8 a gara: peggio soltanto Empoli (5,7), Monza (5,6), Mantova (5,2) e Juve Stabia (4,6). Ogni compagine ha le sue caratteristiche e non è detto che tale particolare corrisponda in effetti ad un andamento precario: basti pensare ai campani che veleggiano nei quartieri medio-alti. È oggettiva, tuttavia, la constatazione che vede il centrocampo barese poco avvezzo al «filtro». Spesso Caserta ha proposto formazioni con una mediana sbilanciata all’offensiva, permettendosi di rinunciare a Darboe e Braunoder che, pur non brillando particolarmente finora, restano pur sempre tra i pochissimi elementi dediti a contrasto, corsa e recupero. In un contesto scandito da confronti sovente «sporchi» diventa quasi un lusso permettersi una seconda linea con Verreth, Maggiore e Castrovilli (come sabato scorso), oppure il trio Verreth-Pagano-Castrovilli schierato con il Padova. Si potrebbe obiettare che in entrambe le circostanze è paradossalmente arrivata la vittoria, ma è fin troppo evidente che il successo non sia stato supportato da una prestazione convincente. E a rimarcare come l’andamento potesse essere persino peggiore c’è un altro aspetto eclatante: quello della media delle parate a partita che vede Cerofolini nettamente in testa a quota 4,2 precedendo Palimisani del Frosinone (a quota quattro) e Desplanches del Pescara (3,9).

Ma se il piatto piange nel pacchetto arretrato, certo non sorride nemmeno la produzione offensiva. Con nove gol realizzati, il Bari conta il terzultimo attacco della B con Spezia e Sampdoria) precedendo soltanto Catanzaro (otto) e Mantova (sei). Emblematico, poi, che il peso del reparto stia gravando sul solo Gabriele Moncini, autore di cinque marcature. I biancorossi hanno mandato a segno appena cinque elementi, come Empoli e Pescara (Dorval, Verreth, Gytkjaer e Cerri gli altri marcatori): peggio si sono comportate soltanto Sampdoria e Catanzaro (quattro uomini a segno), nonché il Mantova (tre). L’aspetto che preoccupa maggiormente è che la squadra crea davvero pochissimo. Eclatante il dato dei tiri in porta per incontro: il Bari è addirittura ultimo alla media di tre conclusioni nello specchio a partita, preceduto da Avellino (3,2) e Catanzaro (3,4). I Galletti sono fanalino di coda anche in un altro contesto: i calci d’angolo a favore, appena 25 in nove turni. Altri due fondamentali vedono la truppa di Caserta in coda. I cross completati, innanzitutto. I pugliesi sono penultimi alla media di 3,6 traversoni a match, meglio solo dell’Avellino (3,4). Appena una piazza più su (terzultimo posto) vede Castrovilli e compagni sui tocchi in area avversaria: soltanto 141, precedendo Pescara (135) e Avellino (107).

La coperta, in definitiva, sembra corta da qualsiasi lato la si tiri. Il tourbillon di schieramenti proposti da Caserta (con sistemi di gioco spesso cangianti o rattoppati a gara in corso) è lo specchio di un complesso lontano da raggiungere una precisa identità. Non a caso, l’allenatore calabrese ha posto come primo obiettivo la necessità di arrivare ad uno spirito riconoscibile nel più breve tempo possibile. In fondo, se è vero che il gruppo è stato completamente rivoluzionato, è altrettanto insindacabile che ormai lavora a ranghi compatti da due mesi: sarebbe comprensibile trovare automatismi imperfetti o da correggere, ma non la netta sensazione di essere puntualmente al punto di partenza. La due giorni dedicata al turno infrasettimanale vede i Galletti spettatori a causa del rinvio della sfida contro la Juve Stabia (a causa delle vicende giudiziarie che coinvolgono i campani) creando il doppio effetto di non poter uscire dalla bassa classifica, ma anche di arrivare senza fatica al confronto di domenica prossima con il Cesena di Michele Mignani. Già, il tecnico genovese è l’ultimo ad aver regalato emozioni forti a queste latitudini. Sembra passata una vita dalla cavalcata che si fermò soltanto nella «maledetta» finalissima playoff persa con il Cagliari. Il revival con il mister del doppio salto dalla C alla A soltanto sfiorato sarà in un contesto molto diverso e in un’atmosfera priva di quella magia. Però, chissà se al prossimo valzer Cenerentola sarà capace di trasformarsi in principessa.

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