PALERMO - Barese classe ‘52, regista dotato di fantasia, piedi buoni e visione di gioco. Intercettato nella sua abitazione romana, Totò Lopez riallaccia il filo conduttore che lo lega alla radice biancorossa. Maglia con la quale colleziona 88 partite in due tranche nei primi anni Settanta e dopo una decina d’anni con un intermezzo anche in quel di Palermo tra il 1980 e l’83. In rosanero segna otto gol in 101 gare di B. Doppio ex, quindi, di Galletti e Aquile che si sfideranno venerdì sera al San Nicola. Palermo settimo con 45 punti. Bari nono a meno quattro in coabitazione col Modena. Ospiti che dalla loro mettono nel piatto l’impatto devastante di Joel Pohjanpalo. Con una media di una rete ogni 84 minuti, da otto giornate a questa parte l’attaccante finlandese è sempre stato protagonista, fino alla tripletta realizzata domenica scorsa contro la capolista Sassuolo al Barbera.
Lopez, attualmente di cosa si occupa?
«Ogni settimana commento la Lazio alla radio. Per il resto, sono un pensionato. Ho lasciato l’impegno al Circolo del tennis a Roma».
Segue il campionato di B?
«Sì. Mi capita di vedere il Bari. Nel complesso, il livello del campionato non è combattivo, ma inferiore sul piano tecnico rispetto al passato. Manca la qualità di una volta. Il calcio italiano ormai punta tutto sulla preparazione fisica e meno sulla tecnica. Il contrario di quanto accade ad esempio in Inghilterra».
Barese di nascita e, in parte, palermitano di adozione. Venerdì sera si gioca Bari-Palermo. Emozioni particolari?
«Di adozione, non direi. A Palermo sono stato bene. Una città incantevole, nonostante qualche timore ambientale. C’era una società importante. Si poteva salire in A. Porto bei ricordi di quegli anni e ho ancora amici a Palermo. Il mio cuore, però, è Bari».
Nell’ultima giornata, il Palermo ha strapazzato la capolista Sassuolo mentre il Bari ha pareggiato in extremis a Catanzaro. Tra siciliani e pugliesi, sul piano mentale chi arriva meglio alla sfida di venerdì prossimo?
«Credo che il Sassuolo abbia avuto una specie di rilassamento, visto che il traguardo della promozione in A è ormai ad un passo. Il Palermo ha compiuto una grossa impresa e la classifica ora gli sorride. Il Bari dovrà fare altrettanto venerdì con l’obbligo di vincere. Alla sfida ci arrivano meglio i siciliani. Anche se alle volte la troppa euforia può diventare controproducente. Il Bari non può sbagliare. Sono settimane che aspettiamo il salto di qualità. Per i playoff serve vincere domenica dopo domenica. In caso contrario, i playoff li vedi col binocolo. Una città così passionale non può elemosinare una eventuale qualificazione agli spareggi promozione. Il sogno non è qualificarsi ai playoff, ma andare direttamente in A».
In Calabria, Longo ha ritrovato i gol degli attaccanti. Quanto Lasagna e Favilli potrebbero essere determinanti in questo sprint finale di stagione?
«Gli attaccanti sono sempre determinanti. Nei campionati vinti a Bari, giocavo davanti con Messina e Bivi che segnavano caterve di gol. Per vincere il campionato, bisogna comprare e spendere come faceva Matarrese. Vedi i tre miliardi di lire sborsati per Bivi. La punta ti fa fare il salto di qualità, avendo alle spalle una struttura di tutto rispetto. Lasagna non mi dispiace, ma pensavo facesse meglio. Forse manca qualcosa negli altri reparti per supportarlo. Spero segni altri gol in questo finale di campionato».
A trascinare il Palermo c’è il finlandese Joel Pohjanpalo che da quando è in Sicilia ha infatti firmato 8 gol in altrettante partite. Tre nell’ultimo turno contro il Sassuolo.
«Un calciatore che ti porta in alto con giocate vincenti. Bisogna starci attenti. Va marcato stretto, altrimenti sono davvero dolori».
Bari reattivo a Catanzaro, ma ancora non vincente. Alla fine della partita, è venuto fuori il disappunto dei tifosi biancorossi al Ceravolo. Cosa ne pensa?
«I tifosi del Bari non hanno eguali. De Laurentiis dove la trova una tifoseria così. Se ne rende conto? La gente di Bari ha fin troppa pazienza. I politici locali trovino qualcuno che voglia bene al Bari. Squadra fischiata? In che mondo vive chi dice questo? Se non li accetti, cambi mestiere. Se a volte capita, non crolla il mondo. La squadra deve reagire quando accadono queste cose. Tifosi come quelli di Bari non esistono».
Alessio Dionisi e Moreno Longo a confronto. Entrambi prediligono il 3-5-2. Sul piano tattico che partita si aspetta?
«Il Bari non può sbagliare. Non credo si affronteranno a viso aperto. Tra i biancorossi spero non prevalga la paura di perdere. Servirà una prova intelligente, novanta minuti da gestire con attenzione».
Il Palermo in trasferta non perde dal 26 gennaio. Nelle ultime quattro gare lontano da casa, ne ha vinte due e pareggiate altrettante. Cinque i successi esterni totali in campionato. Numeri che il Bari non può sottovalutare.
«Fuori casa il Palermo si esprime meglio. E credo che il tecnico biancorosso Longo lo sappia bene».
Il Bari non vince al San Nicola da quattro turni (2-1 al Frosinone del 2 febbraio). Nelle ultime tre in casa ha sempre pareggiato. Col Catanzaro, è la squadra col più alto numero di pari: 17 in 32 turni. Quasi un record. Positivo o negativo?
«Negativo al cento per cento. Con i pareggi non si va da nessuna parte. Andavano bene quando la vittoria dava due punti. La pareggite è sintomo che ci sono problemi».
Meno sei alla fine. Che rush finale sarà per il Bari?
«Non vedo alternative alle vittorie. Col Palermo venerdì sera bisognerà vincere a tutti i costi. Le altre non mollano. Non c’è più tempo per i discorsi. Il tempo delle parole è finito».