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Tutti pazzi per Klinsmann: altro che «raccomandato»

 
REDAZIONE SPORT

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Tutti pazzi per Klinsmann: altro che «raccomandato»

Il figlio di Jurgen stupisce, scommessa vinta da Mignani

Mercoledì 05 Marzo 2025, 13:52

18:04

CESENA - Adesso provate ad andare a dire che si tratta solo di un raccomandato. Uno che il posto se l’è guadagnato per meriti... paterni, con quel cognome che in Italia hanno già imparato a conoscere più di 30 anni fa, ma che a Cesena da qualche mese a questa parte è divenuto sinonimo di garanzia e sicurezza. Ha le spalle larghe, Jonathan Klinsmann, e pure la costanza e la duttilità per mettersi al riparo dalle critiche. Lui che è nato con un papà come Jurgen che di mestiere faceva l’attaccante, ma che ha preferito difendere i pali anziché cercare di emulare le gesta paterne nelle vesti di bomber. Agli attaccanti lui impedisce di segnare: c’è riuscito in 5 delle 18 occasioni in cui Mignani l’ha chiamato in causa, consegnandogli la maglia di titolare a partire proprio dalla partita d’andata disputata contro la Salernitana a fine ottobre. Da allora, niente più staffette tra i pali. La gara di ritorno contro la Salernitana ha fatto capire meglio a chi avanzava qualche dubbio al riguardo però il tecnico sia arrivato a fare questa scelta. Con il rigore parato a Cerri, Klinsmann ha effettuato la giocata più importante della partita.

Perché un minuto dopo è arrivato il gol dell’1-0 firmato da Prestia, e la stagione del Cavalluccio in quei 60 secondi ha preso tutta un’altra direzione. In un sol colpo il Cesena ha messo praticamente in freezer il discorso salvezza e rilanciato le proprie ambizioni playoff, sebbene la concorrenza resti nutrita e non manchino insidie praticamente nascoste dietro ad ogni curva. Ma la vittoria sui granata ha rappresentato qualcosa in più di un semplice punto di svolta, con Klinsmann che ha dimostrato una volta di più di non essere finito a difendere i pali della porta bianconera solo perché figlio del grande Jurgen. Certo, l’amicizia con la famiglia Aiello in qualche misura ha aiutato il portiere tedesco (ma di passaporto statunitense) a convincersi che sbarcare in Romagna potesse rappresentare una buona cosa per la propria carriera. Lui che è cresciuto alla University California Berkley, per poi salpare alla volta dell’Europa accettando la proposta dell’Hertha Berlino a 20 anni (vanta anche una presenza in Europa League) per poi fare ritorno in America, accettando di unirsi ai Los Angeles Galaxy in MLS nel 2020.

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