BARI - Nel calcio non c’è (quasi) mai spazio per la memoria. Si vive esclusivamente di presente. E, per certi versi, è anche giusto che sia così. Però succede di incorrere in qualche imprecisione. Per molti Ahmad Benali sta sorprendendo tutti per via di un rendimento, oggettivamente, altissimo. Quasi un segno di discontinuità rispetto al passato. Tutto giusto se non fosse che anche nello scorso campionato il play biancorosso ha inanellato una serie di prestazioni sontuose, una dozzina almeno. Con un peso specifico differente visto che parliamo di un Bari senz’anima e dilaniato da problemi di ogni natura. Belnali, oggi, è un calciatore imprescindibile. Anche più di Falletti. Ma non è una sorpresa. Pensarlo... sarebbe una piccola, grande bugia.
In un Bari che deve ancora fare il salto di qualità c’è un Benali che continua a offrire un rendimento di alto livello.
«Fino a un anno e mezzo fa ho visto che stava sparendo davanti agli occhi la mia carriera, a causa di infortuni e vari problemi. Oggi sto bene fisicamente, poi la fiducia non mi è mai mancata. Per me era una questione di avere il tempo di poter dimostrare. Mi sarebbe dispiaciuto andare via senza aver dimostrato il mio valore».
A Pescara e Crotone ha vissuto esperienze indimenticabili vincendo il campionato di serie B.
«Vorrei sognare in grande: soprattutto quando ti avvicini alla fine, capisci che le soddisfazioni di squadra sono il massimo. Il sogno mi è rimasto nel cassetto, vorrei togliermi tante soddisfazioni a Bari, sono fiducioso per il percorso, stiamo creando, lavorando, è un percorso giusto».
Benali ormai regista a tempo pieno.
«Nel ruolo di play mi sento più completo, al livello tattico, fisico, ho parlato di questo con Longo a inizio ritiro. In passato forse sono stato penalizzato dalla mia struttura fisica, tanti allenatori con l’occhio “ignorante”, diciamo così, non si son fidati affibbiandomi l’etichetta di essere piccolo. Ho sempre pensato che avrei fatto un salto giocando più indietro. Ringrazio Marino per avermi messo a centrocampo. Longo, quando è arrivato, mi ha chiesto quali fossero le mie caratteristiche e mi ha dato che non gli importava il fatto che fossi basso. Mi hanno fatto piacere le sue parole. Parlavo di questo con Favilli. Spesso ci sono pregiudizi, proprio come come su di lui. Ora sembra facile dirlo, ma l’ho sempre pensato anche quando giocavo in modo più offensivo, con intelligenza. Mi è sempre piaciuto palleggiare nello stretto, uscire con la palla al piede e servire i miei compagni».
Il grande limite del Bari, incapace di chiudere le partite.
«In questo momento è quelli che ci manca. Sarei più preoccupato se non creassimo. Stiamo parlando di piccoli dettagli. Dobbiamo sfruttare le palle gol. Ma sono fiducioso, perché gli attaccanti che abbiamo creano molti pericoli».
Che rapporto ha con il gol?
«Il gol è una cosa in più. Se vinciamo e non faccio gol dormo benissimo. Se capita mi fa piacere. Io ci provo sempre, cerco sempre di calciare appena vedo la porta».
Vede differenze tra la serie B dell’anno scorso e quella di quest’anno?
«Faccio la B da 15 anni, serve continuità. Ogni tifoso vorrebbe vincere e godere, ma la continuità di prestazione mi dà fiducia, so che alla lunga verremo fuori».
Ai tifosi piacerebbe capire che c’è una base sulla quale costruire un futuro ambizioso.
«Certamente. I giocatori ci sono, l’allenatore c’è, la squadra è unita, si allena bene. La continuità è fondamentale, come successo due anni fa. È questo che ti dà fiducia. Anche se abbiamo vinto poco finora, ho la sensazione che possiamo fare bene. Siamo padroni del campo e calciamo in porta con facilità. Non dobbiamo abbassare la testa e continuare dritto per dritto».
Come valuta il centrocampo del Bari?
«Ci completiamo per caratteristiche. Lella ci dà fisicità e inserimenti. Sulle palle alte si esalta Coli Saco. Maiello dà qualità. Il mio compito e di Mattia, nelle ultime gare, è stato di coprire bene il campo e permettere a Sibilli e Falletti di giocare a campo aperto».
Il Bari continua a lasciare un gol all’avversario. Cosa non funziona nella fase di contenimento?
«Dobbiamo migliorare, siamo stati rimontati troppe volte per la volontà di continuare ad attaccare, che è la forza di questo gruppo. A volte siamo stati penalizzati, come nelle ultime partite. La B è lunga, c’è da migliorare».
Venerdì si riparte da La Spezia.
«Squadra forte, che è prima dopo nove gare. Loro sono forti sulle palle inattive. Le battono bene, ci credono e si difendono molto bene. Una squadra meno bella al livello di gioco, ma molto efficace, che sa esprimersi al massimo. È una squadra da rispettare, dovremo stare sul pezzo».
Sui social lei continua a lanciare messaggi che esulano dal calcio.
«Ci tengo, quanto sta succedendo ora nel mondo ci fa rendere conto di quanto siamo piccoli noi, e di quanto la vita sia difficile e complicata. A volte non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo, ossia di poterci svegliare la mattina, di avere una casa, di poter mangiare e di stare bene».