LECCE «Sì, è tutto vero. La mattina sono il primo ad arrivare all’allenamento, ho le chiavi del centro. Ne approfitto per aprire la palestra e lavorare su me stesso. Ogni giorno è un’occasione nuova per migliorarsi». Dedizione e impegno, così è passato dall’essere una sorpresa al diventare una certezza, con l’onore e onere di essere uno degli uomini simbolo del Lecce che insegue la seconda salvezza consecutiva in serie A. Federico Baschirotto è uno dei leader della squadra: sempre presente, sempre titolare, quando è stato a disposizione non ha mai saltato un minuto. Mancano nove partite alla fine del campionato e la lotta per la permanenza nella massima serie è più accesa che mai. Il Lecce si affida alla proverbiale grinta sul campo di uno dei suoi capitani per centrare l’obiettivo.
Partiamo dal momento in campionato, la vittoria contro la Salernitana vi ha dato fiducia e rinnovato slancio in classifica.
«Sono tre punti importantissimi, considerando anche che venivamo da una settimana molto difficile. Non è mai semplice affrontare un cambio di allenatore. È stato fondamentale portare a casa una vittoria che ha mosso la classifica e che ci ha dato fiducia. A Salerno abbiamo dimostrato di essere una squadra vera, che è rimasta unita anche nei momenti di difficoltà e che ha lottato fino alla fine. Anche perché la Salernitana, pur essendo ultima in classifica, è una squadra che non regala niente a nessuno. Prima di andare in campo ci siamo detti che sarebbe stato fondamentale restare compatti e così è stato».
Quali sono le impressioni dai primi giorni di lavoro con mister Gotti?
«Le sensazioni sono molto positive, ha portato entusiasmo. Stiamo lavorando bene, il mister pretende molto da noi, ma lo fa perché crede in questo gruppo. Ci ha detto che ha scelto di venire qui in primis perché ha fiducia in noi. Lavoriamo tutti uniti per centrare il nostro obiettivo».
Classifica alla mano, dal 13° al 19° posto siete raccolti in appena cinque punti. Si aspetta una lotta così serrata fino alla fine?
«La serie A è sempre un campionato difficile, lo sappiamo. Ci sono molte squadre raggruppate e le distanze sono minime, ci sarà da lottare fino all’ultima giornata ma abbiamo la convinzione di potercela fare».
Adesso il calendario vi prospetta due impegni proibitivi, con la Roma in casa e con il Milan a San Siro.
«Sono partite difficili, Roma e Milan sono due formazioni blasonate che possono contare su grandi campioni. Noi però lavoriamo quotidianamente per prepararci al meglio, andremo in campo cercando di vincere. Giochiamo sempre per portare a casa l’intera posta in palio. Cercheremo di rendere la vita difficile sia alla Roma che al Milan per ottenere punti importanti nella corsa salvezza«.
Venendo a lei, quanto le sta tornando utile l’esperienza della salvezza dello scorso anno?
«Imparare dal passato serve sempre. Sto cercando di trasmettere la mia esperienza ai miei compagni, infondendo loro entusiasmo. La ricetta per la salvezza consiste nel restare uniti, bisogna essere più forti di tutte le difficoltà. Solo così si crea la giusta alchimia che permette di superare gli ostacoli».
Su quale aspetto si sta concentrando maggiormente per migliorare?
«Assieme alla squadra sto cercando di essere più coinvolto nella costruzione del gioco, in modo tale da creare più opportunità. Sto lavorando sull’impostazione, senza però tralasciare l’aspetto difensivo».
È più difficile sorprendere o confermarsi?
«A certi livelli è tanto difficile arrivare quanto rimanerci. Cerco di dare sempre il meglio di me, senza sedermi sugli allori. Sto lavorando ancor di più rispetto al passato per dimostrare a tutti che in questa categoria posso rimanerci a lungo».
Quanto si è sentito responsabilizzato dalla fascia di capitano?
«Tantissimo, riceverla già al secondo anno qui a Lecce mi rende orgoglioso. Questa è una piazza bellissima, con un tifo strepitoso. I tifosi sono sempre al nostro fianco, a casa e in trasferta. Sono onorato ma al tempo stesso comprendo bene il peso di questa responsabilità».
Cosa ama maggiormente di Lecce?
«È una città bellissima, poi io amo molto i posti sul mare. Come quelli del Salento ce ne sono pochi in Italia e nel mondo».
Allo stadio e in città la sua maglia è quella più gettonata, soprattutto fra i ragazzi. Come si sente a essere un idolo per tanti tifosi?
«È un’ondata di affetto bellissima e inaspettata. Mi emoziono quando vedo i bambini in giro per la città con la mia maglia e vengono a chiedermi foto e autografi. È stato un po’ come aver dato speranza al popolo, perché magari vedono in me il ragazzo che ce l’ha fatta. Sono partito dal nulla e sono riuscito ad arrivare in vetta».
Ecco, proprio dal punto di vista di chi ce l’ha fatta, che messaggio senti di dare a chi ancora oggi, in qualunque ambito, lotta per farcela?
«Bisogna crederci sempre. Non si deve mai mollare e bisogna avere tanta costanza, anche nei momenti difficili. Solo così si arriva in alto, senza mai smettere di credere in ciò che si sta facendo, superando tutte le avversità».