BARI - Mischiando il sacro con il profano, il suo nome fa pensare che possa essere l’uomo della «provvidenza». Il Bari aspetta con impazienza Davide Diaw, ma ora è costretto a trattenere di nuovo il fiato. Il 31enne centravanti si era fermato dopo meno di 20’ nel match contro il Palermo, alla prima giornata: uno scatto con perfetto assist a Sibilli, quindi la fitta che lo ha costretto ad uscire per un problema muscolare e a saltare i successivi impegni contro Cremonese, Cittadella e Ternana. Poi, il graduale ritorno in gruppo e la speranza di poterlo utilizzare già sabato a Pisa.
Ieri, però, il ragazzo friulano ha lasciato in anticipo l’allenamento: durante l’ultima seduta settimanale (come riferisce l’area comunicazione del club) non si è sentito completamente sciolto nel movimento e si è deciso di risparmiargli la parte finale del lavoro. D’altra parte, il precedente intoppo fisico ha consigliato la massima prudenza. Possibile che nelle prossime ore sia comunque disposto un accertamento strumentale per avere l’esatta dimensione della situazione. È inutile nascondere che ci sia un pizzico di apprensione. Qualche voce parla di un possibile stiramento. Nelle prossime ore verrà fuori la verità.
UNICO NEL SUO GENERE - L’arrivo di Diaw rappresenta uno dei colpi di maggiore spessore. Curriculum alla mano, è la punta dei Galletti con il maggiore score realizzativo, avendo concluso due degli ultimi tornei in cadetteria in doppia cifra (prima nel torneo diviso con Pordenone e onza, poi lo scorso anno a Modena). Ma soprattutto possiede caratteristiche uniche: lo scatto bruciante, la progressione, l’attitudine ad attaccare la profondità. Non a caso, era stato individuato fin dall’inizio della campagna acquisti come il successore di Cheddira. E non è un caso che la versione del Bari più simile agli standard dell’ultima annata si sia ammirata proprio nella fase iniziale dell’incontro con il Palermo, quando la squadra sembrava interpretare a memoria lo spartito, costruendo diverse occasioni da rete ed innescando con continuità il tandem Diaw-Nasti.
OCCHI SUGLI SVINCOLATI - Ecco perché l’idea di ingaggiare un altro attaccante è comunque contemplata da tempo dalla dirigenza barese. Si è pensato concretamente a Stefano Okaka e la pista non è tramontata. Anzi: all’inizio della prossima settimana, rientrerà in sede (dopo una breve vacanza) il direttore sportivo Polito e probabilmente avrà un decisivo colloquio con il 34enne centravanti. Improbabile che siano seriamente considerati altri candidati: Galabinov è reduce da un infortunio al tendine d’Achille, Quagliarella appare una semplice suggestione, Zaza ha saltato per intero la scorsa stagione. La batteria degli esterni offensivi e dei trequartisti resta corposa e di qualità: i vari Aramu, Sibilli, Morachioli, Achik possono garantire estro, rapidità e qualità. Ma non il peso e la presenza negli undici metri tipici degli attaccanti puri.
«FIERAMENTE BARI» - Lunedì 11 settembre, intanto, tornerà l’appuntamento «Fieramente Bari», curato dal giornalista Massimo Longo. Uno spazio in cui i ricordi del passato si mescoleranno con la stretta attualità. Il dibattito moderato da Longo con illustri ospiti partirà dall’incredibile impresa con cui i biancorossi eliminarono la Juventus in Coppa Italia nel 1984: la squadra all’epoca allenata da Bruno Bolchi, pur militando in C, si arrampicò fino alla semifinale della competizione stabilendo un record che 22 anni dopo è stato eguagliato dall’Alessandria.