BARI - «Brescia-Bari sarà una partita speciale non soltanto per una questione sentimentale, ma anche perché tornerò allo stadio dopo un periodo un po’ complicato…». Sarà pure un avversario, ma al popolo biancorosso farà sicuramente piacere rivedere Giorgio Perinetti al «suo» posto, domani allo stadio Rigamonti, dopo aver trascorso alcune settimane alle prese con una polmonite. Il dirigente romano, attuale direttore sportivo delle Rondinelle, resta un idolo assoluto della città del pallone: indimenticabili i tre anni (dal 2007 al 2010) che, sotto la sua gestione hanno portato la trionfale promozione in serie A sotto la guida di Antonio Conte, poi l’entusiasmante decimo posto nel massimo campionato con Giampiero Ventura in panchina. «Il mio affetto per Bari non cambierà mai», afferma Perinetti. «E sono felice di rientrare in pista proprio contro i biancorossi. Vorrei ringraziare ancora il personale medico dell’ospedale di Brescia: un’influenza forse un po’ trascurata si era trasformata in una brutta polmonite, ma siamo riusciti a scamparla…».
All’andata lo scontro tra pugliesi e lombardi vedeva entrambe le compagini ai vertici della classifica: ora si è trasformato quasi in un testacoda?
«Per il Brescia quella nettissima sconfitta per 6-2 è stata un crocevia della stagione: abbiamo smarrito autostima e parte delle nostre certezze, senza riuscire a recuperare l’entusiasmo di inizio campionato. Ma il valore della squadra non vale l’attuale classifica: ci siamo cacciati in una situazione delicata e abbiamo il dovere di uscirne. Sul Bari penso di essere stato buon profeta: ogni anno in serie B vanno considerate almeno un paio di rivelazioni. E io ero certo che una sarebbero stati i Galletti».
Tanti cambi in panchina, come farà il Brescia a trovare stabilità?
«Oggi il tecnico è Daniele Gastaldello: la società nutre in lui la massima fiducia. È stato il capitano dell’ultima promozione in serie A, conosce bene i ragazzi. Penso che meriti sostegno: non può certo essere lui il capro espiatorio di una striscia di risultati deludenti. Smentisco, inoltre, voci totalmente prive di fondamento: la squadra ha sempre mostrato la massima disponibilità con ogni allenatore. È accaduto con Clotet, Aglietti e Possanzini. E ora il gruppo darà tutto per Gastaldello: non siamo in un momento felice, ma sulle doti morali dei nostri calciatori non nutro il minimo dubbio».
Che tipo di gara si aspetta domani?
«Il Bari è una formazione molto complessa da affrontare. Si parla poco di Michele Mignani, ma la sua opera è degna di nota. È un tecnico che ha le idee chiare ed è riuscito a conferire alla squadra un’identità improntata a concetti efficaci ed eseguiti bene. In più, conoscendolo bene per averlo avuto a Siena prima da calciatore, poi da allenatore della Primavera, sicuramente avrà conferito al gruppo la serenità e l’equilibrio che lo contraddistingue. Non è un mistero: abbiamo bisogno di punti, di vincere. Ma dovremo giocare un match accorto, maniacale sul piano dell’attenzione, senza permetterci il lusso di attaccare all’arma bianca perché altrimenti il Bari negli spazi diventa micidiale. Cheddira è l’esaltazione di tale vocazione, ma l’attaccante marocchino non è l’unico spauracchio. I biancorossi contano su un organico ricco di risorse e il mercato di gennaio ha anche ampliato il novero delle alternative».
Dove pensa che possano arrivare i Galletti?
«Il Bari resterà nelle prime posizioni. Ci sono tutte le premesse per lottare fino in fondo per il secondo posto o comunque per conservare un ottimo piazzamento in chiave playoff. E quando si entrerà nel vero rush finale, la piazza prenderà ancora più coscienza di quanto ci sta giocando e infondere alla squadra una carica unica».
Si sarebbe mai aspettato una zona retrocessione frequentata da club così blasonati o le quattro neopromosse in blocco nel gruppone dei playoff?
«Fin dall’estate si è parlato di una serie B grandi firme. Io l’ho sempre definito il campionato delle illusioni e delle possibili delusioni. Non avrei mai pensato a Brescia, Spal, Benevento o Como in una zona delicata o al Parma fuori dai playoff o al Suditrol terzo. Ma la situazione è molto fluida: solo a partire dalle ultime otto giornate gli obiettivi saranno chiari per tutti».

Il direttore sportivo: «Brescia a caccia di punti, la classifica è bugiarda. Affrontiamo una squadra molto forte»
Venerdì 24 Febbraio 2023, 12:40