BARI - Ora si fa sul serio. Domenica il Bari torna in campo. La trasferta di Como è sempre più vicina: occorre alzare il passo, ritrovare la vittoria che manca da cinque giornate per non disperdere il patrimonio di ambizioni ed entusiasmo creato in avvio di stagione. La sosta porta con sé un carico di incognite, ma anche la possibilità di mescolare le carte e ribaltare le gerarchie. Ecco perché pure tra i Galletti potrebbe cambiare qualcosa: da un lato occorre ovviare alle assenze dello squalificato Maita e di Cheddira, impegnato nel Mondiale in Qatar. Ma dall’altro è fondamentale trovare la formula vincente per riacciuffare i tre punti, anche a costo di forzare soluzioni differenti al rodato 4-3-1-2. Allo stato attuale, sicuri di una maglia dovrebbero essere Caprile in porta, Pucino e Ricci sulle corsie laterali di difesa, Di Cesare nel cuore della retroguardia, Maiello e Folorunsho a centrocampo, Antenucci in attacco. Almeno quattro, dunque, i ballottaggi aperti: dal loro esito, potrebbe variare anche il modulo. Ecco nel dettaglio, gli interrogativi da sciogliere a 48 ore dal match contro i lariani.
Vicari-Zuzek 55%-45% Il 28enne centrale prelevato dalla Spal ha smaltito il problema muscolare che lo aveva escluso nella gara contro il Sudtirol, prima della pausa novembrina. Se non accusa altri problemi fisici, non dovrebbero esserci dubbi sulla titolarità di Vicari: prestanza fisica, abilità nel gioco aereo, pulizia nell’avvio dell’impostazione e soprattutto un’approfondita conoscenza della categoria, lo rendono indispensabile in un frangente da affrontare con nervi saldi. Tuttavia, fin qui il numero 23 non ha potuto lavorare con quell’assoluta continuità di cui avrebbe bisogno per trovare la migliore condizione. Fastidi di lieve entità lo hanno condizionato da inizio stagione, spezzando sovente il suo ritmo di impiego. Al contempo, Zuzek accelera l’apprendimento: lo sloveno mostra una tecnica pulita, personalità nell’osare la giocata, sveltezza di pensiero. Gli manca ancora un pizzico di malizia in marcatura: la serie B non perdona la minima distrazione. Ma è pur vero che soltanto la continuità di impiego potrà colmare le lacune.
Mallamo-Benedetti 65%-35% L’assenza di Maita, apre una falla nella posizione di mezzala destra. I due «under» sono i candidati a rimpiazzare il 28enne messinese. In vantaggio Mallamo che garantisce corsa, ritmi, alti, intensità e soprattutto una duttilità che può portarlo a spostarsi anche da centrale puro, qualora Mignani pensi a qualche variazione sul tema tattico. Il 23enne lombardo, peraltro, conosce ormai a menadito gli automatismi della squadra, grazie all’esperienza maturata lo scorso anno. E in questo frangente c’è bisogno di certezze. Benedetti dalla sua fisicità, buona predisposizione al gioco aereo e all’inserimento offensivo, ma un passo più cadenzato.
Salcedo-Botta 55%-45% L’impressione è che Mignani possa optare per un 4-3-3 atipico, con Salcedo aperto sulla destra, Antenucci sulla corsia opposta e Scheidler centravanti. In tal modo, il francese compenserebbe la fisicità di Cheddira, mentre il 20enne ligure ne colmerebbe la velocità. Data la disponibilità limitata di Ceter, al momento questa appare l’unica soluzione per garantire peso e presenza alla prima linea, per fare in modo di attaccare con un numero di calciatori adeguato e per non lasciare l’area sguarnita: pur componendosi un tridente che non ama stazionare negli ultimi metri, nel momento in cui svaria uno dei tre, gli altri due possono attaccare la porta. In tal modo, però, il sacrificato sarebbe Botta e non è facile rinunciare all’argentino, apparso in progresso di prestazioni, nonché tra i pochi a cucire il gioco con tecnica d’alto livello ed intuizioni di classe pura.
Scheidler-Salcedo 70%-30% Qualora, invece, Mignani scegliesse il consueto 4-3-1-2 con Botta trequartista, il nodo da sciogliere riguarderebbe il partner di Antenucci. Salcedo si farebbe preferire per tecnica individuale, soluzioni balistiche, rapidità e propensione allo scambio in velocità. Ma con lui si rischierebbe un reparto avanzato troppo leggero. E allora, dovrebbe spuntarla il francese che, pur non essendo una boa tradizionale, aggiunge prestanza fisica e capacità nel girarsi negli spazi stretti. A patto di bandire ogni indugio e mostrare le qualità che hanno giustificato l’oneroso investimento estivo su di lui.