LECCE - Così non Var. A tenere banco nel day after di Roma-Lecce ci sono le polemiche sulle scelte arbitrali che hanno impattato sul match a discapito della squadra salentina. La lente d’ingrandimento, in particolare, è puntata sul cartellino rosso estratto dall’arbitro Prontera nei confronti di Morten Hjulmand nei primi frangenti di gioco. Al 23’ minuto, su una palla vagante nella metà campo del Lecce, il mediano danese si è lanciato in scivolata per contendere il possesso ad Andrea Belotti, anche quest’ultimo avventatosi in tackle sul pallone. E il presidente Sticchi Damiani scende in campo per urlare la sua grande rabbia con un post su Instagram: «Sento la necessità, per il grande rispetto che nutro nei confronti dei tifosi che in queste ore mi stanno chiedendo perché non abbia alzato i toni rispetto a quello che è accaduto ieri (domenica sera, ndr), di dare una spiegazione sulla linea adottata da me e dalla società. Sono presidente del Lecce dal 2017, in questi 5 anni abbiamo vinto 3 campionati, di cui due di serie B, uno addirittura da neopromossi dalla serie C. Gli arbitri della serie cadetta sono gli stessi della serie A e con molti di loro, in questi anni, abbiamo instaurato un rapporto di massimo rispetto e totale collaborazione. Ci siamo sempre confrontati, talvolta in modo acceso, con i vertici arbitrali, ma lo abbiamo fatto utilizzando i canali istituzionali e le forme consentite dal regolamento. Più di una volta le regole e le "prassi" sono cambiate grazie a criticità sollevate da noi. Continueremo ad agire in tale maniera, non per signorilità o per mancanza di esperienza, ma perché è l'unico modo che abbiamo nel rispetto delle regole. Ieri (domenica, ndr), un intero territorio è stato mortificato da un ennesimo abbaglio arbitrale. Facciamo enormi sacrifici per portare avanti il nostro progetto. La società, con idee, ingenti risorse economiche e tempo dedicato. I tifosi, con viaggi estenuanti, talvolta pericolosi, rinunce e spese gravose. Ho il dovere di dire che la società è presente, che non trascura nulla, anche se non si esprime attraverso sfoghi mediatici urlati, volgari e controproducenti. Un modo di comunicare che è utile solo a scatenare reazioni opposte, oltre che a concedere pericolosi alibi alla squadra che anche all’Olimpico ha dato tutto. In sette anni, insieme, abbiamo raggiunto traguardi che sarebbero stati inarrivabili se non fossimo stati combattivi, tenaci, visionari ed anche prezzati. Continueremo a vigilare ogni giorno su ogni dettaglio che riguarda la nostra società. La serie A appartiene a tutti noi, ce la siamo guadagnata sul campo, è il palcoscenico giusto per una delle tifoserie più importanti d'Italia e rende ancora più bella la nostra terra. Faremo di tutto, fino alla fine, prima di farcela sottrarre, da chiunque».
Lo scontro di gioco è stato duro, ma l’arbitro ha lasciato correre, con l’attaccante della Roma a terra dolorante. Nel mentre, il Var (con l’arbitro Banti in cabina) ha richiamato il direttore di gara per vedere al monitor l’intervento del capitano del Lecce. Il danese è arrivato ad impattare con il piede sulla tibia del centravanti romanista, ma il suo piede si è alzato solo a causa della dinamica dell’intervento, senza cattiveria o deliberata volontà di colpire l’avversario.
L’arbitro però non ha avuto dubbi e ha estratto il cartellino rosso. L’episodio ha scatenato numerose polemiche, durante il match e anche nell’immediato post-partita. Su Twitter, Zbigniew Boniek, ex attaccante della Roma ed ex allenatore del Lecce, ha detto la sua a partita in corso: «Ridicolo cartellino rosso, non c’era nessuna cattiveria». Dello stesso avviso è stato anche l’ex arbitro Luca Marelli, oggi opinionista di DAZN: «Nello scontro tra Hjulmand e Belotti, il leccese ha la gamba leggermente alta, la soluzione migliore sarebbe stata la punizione con l’ammonizione. Il richiamo dell’on field review mi sembra eccessivo. Avrebbe dovuto ammonire Hjulmand: da protocollo, nonostante il richiamo per espulsione, l’arbitro può ammonire». Una decisione, pertanto, dubbia e discutibile, anche agli occhi degli addetti ai lavori, che ha finito per incidere in maniera determinante sulla partita e che avrà le sue ripercussioni anche nell’immediato futuro. Il Lecce, infatti, ha giocato all’Olimpico con un uomo in meno per oltre un’ora di gioco e dovrà fare a meno di Hjulmand per squalifica anche per la prossima delicatissima sfida casalinga contro la Fiorentina.
Eppure, nonostante i veleni e nonostante le difficoltà, i salentini sono usciti dal campo a testa alta, mettendo in mostra un’ottima prova di squadra.