Che effetto le fa l’idea di poter tagliare il traguardo della B prima di tutti?
«Abbiamo fatto un percorso, ora stiamo arrivando in fondo. Credo sia stato fatto un ottimo lavoro ma i numeri ci dicono che questo lavoro non è ancora completato».
Cosa prova? Ansia o c’è spazio per altri sentimenti?
«Torno al concetto espresso in precedenza. Sono concentrato solo sull’obiettivo. Penso solo al campo. Ovviamente spero presto di potermi mettere a vostra disposizione e raccontarvi tutte le mie emozioni. Oggi non ne provo».
In avvio di stagione aveva detto che tra gli obiettivi c’era anche quello di riportare la gente allo stadio. Si va verso il record di presenze con oltre ventimila tifosi.
«Quando ho detto certe cose sapevo che tutto questo sarebbe passato attraverso i risultati. Credo che gente abbia apprezzato il modo di affrontare le partite di questi ragazzi. E ai baresi sia piaciuto come la squadra abbia onorato una maglietta così prestigiosa».
Qualche volta, nel corso di questa stagione, il Bari ha fatto fatica proprio contro avversari tecnicamente inferiori.
«Ogni partita fa storia a se. Prendiamo la sfida persa contro il Messina. Per me non l’abbiamo meritata. Ma sappiamo che le partite vengono condizionate da episodi. Dando per scontato che non esistano passeggiate. Lo abbiamo visto anche contro la Paganese. Potrei anche far riferimento a quello che, purtroppo, è successo alla nostra nazionale. Chi avrebbe scommesso sulla vittoria della Macedonia? Nessuno. Eppure l’Italia è fuori dal Mondiale».
L’Andria, poi, non sembra in disarmo.
«Affatto. Lo dice la partita di Palermo, chiusa con un risultato positivo nonostante l’inferiorità numerica. In una partita complicata anche perché giocata davanti a quindicimila spettatori. Non credo che l’Andria meriti quella posizione».
Il Catanzaro giocherà prima di voi. Un problema in più o un vantaggio?
«A me non è mai piaciuto giocare dopo la diretta concorrente. Anzi, se potessi sceglierei di scendere in campo prima. Non so, però, cosa potrebbe accadere nelle teste dei ragazzi. Ognuno ha storie diverse e psicologie diverse. Però il film del campionato dice che il Bari è una squadra matura».