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A Brindisi 40 morosi tra le ville nel residence Acque Chiare. Il Comune: «sgomberatele»

 
andrea pezzuto

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andrea pezzuto

A Brindisi 40 morosi tra le ville nel residence Acque Chiare. Il Comune: «sgomberatele»

Non sono state versate indennità di occupazione e Tari. È caccia alle risorse per la custodia

Martedì 11 Marzo 2025, 14:49

BRINDISI - I promissari acquirenti (cioè i firmatari del preliminare di vendita) delle circa 40 ville di Acque Chiare confiscate e trasferite nella proprietà del Comune, grazie a una delibera comunale del 2022, hanno ottenuto la possibilità di continuare a occupare quegli immobili - pur non avendone titolo - previo pagamento di una indennità. Ma non l’hanno mai versata. Pertanto, gli uffici comunali hanno notificato le ordinanze di pagamento di quanto dovuto, alle quali seguirà lo sgombero degli appartamenti. La soluzione del pagamento dell’indennità di occupazione fu escogitata nel 2022 nelle more di una definizione urbanistica della vicenda. Infatti il Comune, finché non si troverà un accordo con la Regione sulla rigenerazione urbana di quel tratto di costa, non può disporre pienamente di quel patrimonio composto, oltre che dalle ville confiscate definitivamente, anche dell’albergo e delle aree prossime alla spiaggia. Così, onde evitare un ingente esborso economico per la manutenzione e salvaguardia di quel patrimonio abitativo, l’amministrazione Rossi decise di consentire l’occupazione ai promissari acquirenti. Ma oltre alla indennità di occupazione abusiva, non è stata pagata neppure la Tari.

«Le prime lettere di diffida e messa in mora - ha ricostruito ieri in commissione consiliare la dirigente del Patrimonio comunale, Marina Carrozzo - furono inviate nel 2023. Poiché nessuno ha adempiuto, nel dicembre scorso sono state notificate le ordinanze. Fanno eccezione cinque persone, che hanno dichiarato di non aver mai occupato quelle case dopo la confisca. In quindici, inoltre, hanno fatto ricorso per chiedere la revoca parziale della confisca. Faremo una ricognizione dal 2019 a oggi e poi procederemo con gli sgomberi coattivi». La delibera comunale del 2022 segnava un percorso attivato con la proposta di Programma integrato di rigenerazione urbana, che però a distanza di oltre tre anni è ancora pendente negli uffici della Regione. Esattamente un anno fa, l’amministrazione comunale comunicava che era tornato a riunirsi, dopo 17 anni, il comitato di vigilanza sull’accordo di programma alla base della nascita del villaggio di Acque Chiare, che vedeva come firmatari il Comune e la Regione, oltre alla società che ha realizzato il villaggio (società poi finita sotto procedura fallimentare). «Si è convenuto di ricostruire puntualmente tutta l’ipotesi dell’accordo di programma, fermo al 2007. È fondamentale - scriveva il Comune - che sia stata riconosciuta come conclamata la vigenza dell’accordo di programma, che una volta rinnovato dovrà passare dalla conferenza dei servizi». Da quel momento, nessun passo in avanti è stato comunicato.

La situazione della morosità degli occupanti delle ville confiscate di Acque Chiare, secondo il consigliere comunale Roberto Quarta, è assimilabile a quella del Circolo tennis, quantomeno sotto il punto di vista della Tari: «Eppure Avr va a ritirare i rifiuti ad Acque Chiare. È un po’ come la situazione del Circolo tennis, dove risulta un’evasione pari a 350mila euro. Magari ci ritroviamo davanti alle stesse persone che occupano la casa ad Acque Chiare senza pagare e fanno parte del Circolo tennis», ha detto causticamente Quarta. Ad ogni modo, prima di effettuare lo sgombero degli occupanti delle ville, l’amministrazione comunale dovrà appostare centinaia di migliaia di euro per la custodia di quei 40 immobili.

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