Domenica 19 Ottobre 2025 | 20:45

Papa Leone a San Pietro proclama 7 nuovi santi: tra loro il pugliese Bartolo Longo

Papa Leone a San Pietro proclama 7 nuovi santi: tra loro il pugliese Bartolo Longo

 
Redazione online

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Papa Leone a San Pietro proclama 7 nuovi santi: tra loro il pugliese Bartolo Longo

L’uomo nato a Latiano che costruì il santuario ma a Pompei

Domenica 19 Ottobre 2025, 17:55

Settantamila fedeli sono arrivati a San Pietro per assistere alla canonizzazione di sette beati. Tra loro c'è anche Bartolo Longo, laico, fondatore del santuario di Pompei pugliese nato a Latiano, nel Brindisino. Ma la geografia della santità è ampia: si va dall’Armenia alla Papua Nuova Guinea, passando per il Venezuela che ha visto la proclamazione dei primi due santi della storia del Paese. Leone parla di «una grande festa della santità», senza dimenticare però i drammi del mondo, a partire dalle guerre. E all’Angelus lancia un nuovo appello per la Terra Santa, l’Ucraina e il Myanmar. «Dio conceda a tutti i responsabili saggezza e perseveranza per avanzare nella ricerca di una pace giusta e duratura», è l’auspicio del Pontefice.

Il Papa dunque ha indicato al mondo, nella giornata missionaria, nuovi esempi di santità: non sono «eroi, o paladini di qualche ideale, ma uomini e donne autentici». Come Bartolo Longo, famoso per il santuario della Vergine del Rosario di Pompei ma anche per la sua storia accidentata: da anticlericale a protettore degli ultimi, orfani e figli dei carcerati. Per lui e per le altre due sante italiane in Vaticano c'era anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. Oltre Longo sono state canonizzate suor Maria Troncatti e suor Vincenza Maria Poloni (quest’ultima di Verona e in suo omaggio era presente anche il sindaco Damiano Tommasi).

L’altro presidente della Repubblica presente è quello del Libano, Joseph Aoun, per rendere omaggio a Ignazio Choukrallah Maloyan, arcivescovo armeno ucciso nel genocidio del 1915. Si era formato proprio in Libano e a concelebrare c'era anche il Patriarca dei maroniti, il cardinale Bechara Rai. Lui e Aoun accoglieranno il Papa a Beirut, dove si recherà a dicembre nel suo primo viaggio apostolico.

Tra i nuovi santi, acclamato dai fedeli in piazza, c'è José Gregorio Hernandez, il medico venezuelano al servizio dei poveri, dichiarato santo a furor di popolo, senza la necessità di un miracolo, come d’altronde lo stesso Longo. La sua canonizzazione, insieme a quella di suor Carmen Rendiles Martínez, è stata in un certo qual senso una occasione mancata. In tanti avevano sperato in un momento di pacificazione per il Paese, oggi sottorappresentato a livello governativo sul sagrato di San Pietro, mentre in piazza i colori del Venezuela erano prevalenti. Fede ma anche politica con la richiesta, da parte dei movimenti di opposizione e della stessa Conferenza dei vescovi venezuelani, della liberazione dei prigionieri politici, compreso l’italiano Alberto Trentini. Appello caduto nel vuoto, con Nicolas Maduro che si limita a dire, dal suo account Telegram, «siamo felici per i nostri santi», «Papa Francesco ha fatto giustizia», «Papa amico e fratello», ricordando che la decisione di queste canonizzazioni fu presa da Bergoglio.

Tra i sette santi anche il primo della Papua Nuova Guinea, il laico Peter To Rot, per il quale c'erano fedeli con i loro abiti tradizionali.

Nell’omelia Papa Leone è tornato a parlare del dolore e delle guerre: «Dio è lì dove l’innocente soffre», «Quando siamo crocifissi dal dolore e dalla violenza, dall’odio e dalla guerra, Cristo è già lì, in croce per noi e con noi. Non c'è pianto che Dio non consoli; non c'è lacrima che sia lontana dal suo cuore».

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