Il San Raffaele di Ceglie Messapica «rigetta la pretestuosa e falsa accusa di aver incassato somme non dovute. Le fatturazioni sono sempre state emesse solo ed esclusivamente in riferimento alle prestazioni sanitarie autorizzate ed accreditate e sempre verificate e liquidate dalla Asl». È quanto dice in una nota l’omonima Fondazione che gestisce il presidio di riabilitazione al centro del braccio di ferro con Regione ed Asl di Brindisi.
Il riferimento è alla relazione che la Regione ha depositato al Tar Brindisi (che oggi deve decidere sull’istanza di sospensiva chiesta dalla Fondazione rispetto al ritorno della gestione del centro alla Asl), relazione in cui si afferma che la Fondazione ha un un tasso di occupazione dei posti letto di riabilitazione intensiva del 187% e ha eseguito nel 2023 prestazioni in day hospital per «pazienti e discipline non accreditate» costati 1,3 milioni.
La Fondazione «opera da sempre nel rispetto oltre che delle previsioni contrattuali», prosegue la nota, spiegando di essere autorizzata a usare per la riabilitazione intensiva anche i posti letto dedicati alla riabilitazione neurologica. «La Fondazione non ha mai occupato posti letto superiori a quelli autorizzati e la propria attività è soggetta a periodiche verifiche, da parte della stessa Asl». I posti letto «sono ad esclusiva disponibilità degli ospedali del territorio, in particolare dell'Ospedale Perrino da dove provengono i pazienti». Per quanto riguarda invece i day hospital ritenuti irregolari, «le prestazioni assicurate nei confronti dei propri pazienti pediatrici ed adulti avvengono su precisa richiesta da parte del medico fisiatra specialista della stessa Asl di Brindisi e sono puntualmente controllate dalla Asl».
La Regione ha anche sottolineato che (nel 2023) 64 pazienti sono dovuti tornare in ospedale, per un costo di 1,7 milioni, per via di varie patologie tra cui anche la setticemia. «È evidente - ribatte la Fondazione - che nel corso del ricovero possano subentrare episodi di riacutizzazione che necessitano di un trasferimento presso un reparto per acuti, circostanze che la Fondazione monitora costantemente, avvalendosi di un sistema di governance del rischio clinico».
Il provvedimento con cui la Asl ha avviato il ritorno alla gestione pubblica della riabilitazione è stato sospeso con un decreto urgente del Tar di Lecce, cui ha fatto seguito un analogo decreto relativo al nuovo piano di gestione del servizio. «La Fondazione fa presente infine che Regione ed Asl non hanno nemmeno potuto ipotizzare quali sarebbero le procedure legittime per assumere con contratto pubblico tutto il personale attualmente in forza presso la struttura e ribadisce lo sconcerto dinanzi alle contestazioni mosse che arrivano dopo oltre 20 anni di gestione eccellente».