BRINDISI - Il gruppo Dema non fallirà, il sito di Brindisi non chiuderà e nel 2024 si prospetta una fase di rilancio importante per entrambi gli stabilimenti, Dar compreso. Segnali di speranza, tangibili, sono arrivati ieri dalla riunione tenutasi a Roma al al ministero dell’Industria e del Made in Italy (Mimit). La procedura concorsuale di gruppo presentata da Dema ha superato uno scoglio importante, quello della votazione dei creditori. E ora si attende l’omologa da parte del Tribunale di Napoli.
In pratica i creditori hanno acceso il «disco verde» rispetto al concordato di gruppo presentato perché Dema ha già «in pancia», ovvero in banca, i fondi necessari al soddisfacimento di tutti i creditori. E tutti i debiti saranno saldati all'atto dell'omologa e comunque entro il primo trimestre del 2024. Non solo. C’è una grande attenzione sul futuro industriale. Dal punto di vista industriale infatti è in corso da parte diversi soggetti interessamento sia sul gruppo sia su singoli rami di azienda.Una situazione che induce i sindacati a guardare con ottimismo al prossimo anno.
Il 2023 è stato un anno particolarmente sofferto per i lavoratori del gruppo Dema, la prospettiva prevista nel piano industriale, in particolare per i due siti brindisini che comprende lo stabilimento Dema (68 dipendenti) e Dar (85), prevedeva la chiusura per il primo e una offerta vincolante di acquisizione ricevuta da parte dell’impresa Italsistemi. Dopo l’incontro di ieri a cui, oltre alle parti sociali hanno partecipato il consulente tecnico del Mimit per le crisi industriali Giampietro Castano, il dirigente area di crisi Andrea Losego, il presidente della Task force regionale per l’occupazione Leo Caroli e l’amministratore delegato della Dema Angelo Rodolfi, il quadro è apparso tutt’altro che a tinte fosche come nei mesi precedenti. Anzi dai dati emersi lavoratori e sindacati possono iniziare a guardare al prossimo futuro con un moderato ottimismo perché ci sarebbe anche un concreto pacchetto di commesse in grado di dare vita ai due stabilimenti brindisini.
«Come Fim Cisl - dice il segretario generale Taranto Brindisi Michele Tamburrano - non siamo affezionati a parlare di chi potrà essere l'acquirente, ma sicuramente auspichiamo che il gruppo rimanga tale e non venga spezzettato in tanti pacchetti. Siamo complessivamente soddisfatti dall’esito dell'incontro. Abbiamo chiesto e ottenuto una rassicurazione ministeriale sul mantenimento in vita dello stabilimento Dema di Brindisi destinato nei piani alla chiusura. E oggi invece diventa essenziale per un progetto di rilancio dell’intero gruppo. E anche per Dar si può guardare con fiducia in prospettiva».
Dal baratro della chiusura di due stabilimenti dei mesi scorsi con il licenziamento di 153 persone complessivamente, a quanto emerso ieri dai tavoli ministeriali, la prospettiva sembra completamente ribaltata e addirittura si parla già di un rilancio che ha come orizzonte il secondo trimestre del 2024. Il percorso è iniziato. Ora l’attesa resta per l’omologa dinanzi al Tribunale di Napoli. L’appuntamento tra le parti con un nuovo incontro al Mimit è già in calendario per la seconda settimana di febbraio.