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Brindisi, rifiuti a peso d’oro: costi in aumento e Tari alle stelle

 
Pierluigi Potì

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Pierluigi Potì

Brindisi, rifiuti a peso d’oro: costi in aumento e Tari alle stelle

In città la differenziata non decolla. L’ultimo dato è di maggio, con una percentuale del 46,15%, in lieve aumento ma sempre distante dalla soglia minima necessaria

Sabato 24 Giugno 2023, 13:38

BRINDISI - La raccolta differenziata non decolla (anzi...), i costi per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti aumentano progressivamente e a pagarne le conseguenze - sotto forma di incremento della tariffa Tari - sono ovviamente i cittadini.

E’ un circolo tutt’altro che virtuoso quello che gira attorno al servizio pubblico di igiene urbana, con l’anello debole individuato nei contribuenti brindisini, costretti a pagare per la tassa sui rifiuti una somma superiore del 15-20% a quella dello scorso anno.

Ma andiamo per ordine. Il primo aspetto da evidenziare investe la percentuale della raccolta differenziata, aggiornata al mese di maggio. C’è stato sì un lieve aumento rispetto ad aprile (dal 44,50% al 46,15%), ma - lo ribadiamo per l’ennesima volta - la soglia minima del 65% resta un tabù più che un miraggio, atteso che sono ormai almeno tre anni che neppure minimamente ci si avvicina al 50% e che la percentuale record (il 56,96% risalente al febbraio 2018) appare anch’essa distante anni luce dall’obiettivo minimo.

Il 46,15% riscontrato a maggio, peraltro, è il secondo peggior andamento dei primi cinque mesi del 2023, mentre la media è leggermente più alta (46,9%).

La scarsa percentuale di rifiuti da trasferire al riciclo si riflette inevitabilmente sui costi di gestione del servizio, in considerazione del fatto che il trasporto e smaltimento - come è noto - avviene presso impianti privati distanti svariati chilometri da Brindisi, stante la perdurante indisponibilità della discarica comunale di Autigno.

Un costo che, già di per sè elevato, cresce anche al di là delle previsioni iniziali e ciò in relazione alle varie tipologie di rifiuto. E’ dei giorni scorsi, ad esempio, una determina dirigenziale con la quale è stata impegnata una ulteriore somma di 100mila euro (in aggiunta a quella già stanziata in origine) per coprire - sulla base dei dati storici e dell’andamento dei conferimenti e della raccolta differenziata degli ultimi mesi - la maggiore produzione di flussi da smaltire, a beneficio di una delle aziende che gestiscono il trattamento e il recupero dei rifiuti , di cui si avvale il Comune di Brindisi (nel caso specifico, l’impianto della “Heracle srl” di Erchie).

La naturale conseguenza di tutto ciò - tornando al discorso iniziale - è che a pagarne dazio, alla fine del “cerchio”, sono sempre e solo i cittadini. Già, perchè il Comune ha un solo modo per recuperare gli esorbitanti costi legati al servizio di raccolta: mettere le mani in tasca ai contribuenti. Prova ne è l’arrivo in questi giorni dei nuovi avvisi Tari, con quattro rate da pagare, rispettivamente, entro fine giugno, fine agosto, fine ottobre e fine dicembre.

Chi ha già trovato la “sorpresa” nella cassetta della posta ha potuto riscontrare l’ennesimo (e neppure lieve) aumento della tariffa, stimato attorno al 15-20%.

Un lettore della Gazzetta, al quale l’avviso di pagamento è stato notificato nella giornata di ieri, non ha perso tempo per segnalare alla nostra redazione che l’incremento è stato, complessivamente di ben 80 euro: dai 472 del 2022 ai 552 dell’anno in corso. Idem, la settimana scorsa (in un altro servizio sulla Tari del nostro giornale): ad una famiglia di due sole persone, l’aumento è stato di oltre 50 euro (circa il 15% in più rispetto al 2022).

Tari, dunque, alle stelle e, a questo punto, è lecito ipotizzare che Brindisi abbia grandi possibilità di fregiarsi nel 2023 del non certo invidiabile primato di Tari più alta (in rapporto alla popolazione) d’Italia, atteso che lo scorso anno era al secondo posto.

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