Domenica 07 Settembre 2025 | 03:23

«Kaili», sul mercato numismatico una moneta di oltre 2mila anni fa: forse è di Ceglie Messapica

 
Luca Dipresa

Reporter:

Luca Dipresa

«Kaili», sul mercato numismatico una moneta di oltre 2mila anni fa: forse è di Ceglie Messapica

Raffigurante sul dritto «testa di Pallade con elmo con sopra globetto indicativo dell'oncia» e sul retro «aquila su fulmine a sx, dietro due stelle e davanti Kaili». Ma potrebbe essere anche di Ceglie del Campo

Giovedì 27 Aprile 2023, 13:29

Rientra a Ceglie Messapica, dove è stata probabilmente coniata 2200 anni fa, la moneta raffigurante sul dritto «testa di Pallade con elmo con sopra globetto indicativo dell'oncia» e sul retro «aquila su fulmine a sx, dietro due stelle e davanti Kaili».

La moneta è stata trovata recentemente a Firenze da Domenico Strada, generale dei carabinieri che da poco in pensione ha potuto coltivare quello che è più di un hobby ma una vera e propria passione per l’archeologia e la storia locale in particolare.

«E' l'ultimo capitolo nella “vexata quaestio” sull'origine di alcune antiche monete, risalenti al 220-150 avanti Cristo, - spiega Strada – presenti già in pubblicazioni specializzate del XIX secolo con la provenienza equivoca di Caelia».

Il riferimento è a Ceglie del Campo o a Ceglie Messapica? «È un vero e proprio giallo archeologico con implicazioni storiche importanti – sottolinea il generale Strada - derivanti dalla accertata presenza o meno di una zecca in uno dei due centri pugliesi in un periodo in cui l'Apulia era già di fatto una provincia romana».

Quella di Strada sembra più di una semplice deduzione. «Ricerche fanno pendere la bilancia in favore del centro messapico», taglia corto. E spiega meglio: «Su quasi tutte le monete in questione è coniata la radice “Kail” che compare nel corpo di una epigrafe messapica esposta nel museo Maac, magistralmente interpretata dal latinista/grecista prof. Pietro Magno». Questi, in merito alla «monetazione celina», annota che «la parte cospicua e certo migliore del materiale archeologico di Ceglie Messapica, è scomparsa senza speranza di ritorno», richiamando quanto già affermato nel 1930 da Cesare Teofilato, storico della vicina Francavilla Fontana: «i raccoglitori messapo-celini, possono ereditare il brutto vanto di aver venduto le bellezze materne senza comprenderle e senza averne ascoltata la memore voce che dalla terra resuscitava l'eco del glorioso passato. Sotto gli occhi delle amministrazioni preposte allo sviluppo morale della cultura ...».

Domenico Strada afferma che «il prof. Magno riporta di essere in possesso della nota descrittiva di alcune monete facenti parte della collezione privata Lagamba, rinvenute nel territorio di Ceglie Messapica». Fra queste viene descritta «obolo con Minerva galeata il diritto e rovescio aquila su dei fulmini con davanti scritto Kailinon e dietro due stelle». È la stessa descrizione della moneta recuperata a Firenze da Domenico Strada. Sul fronte di Ceglie del Campo cosa troviamo? In un articolo pubblicato il 21 dicembre 2015 su «Barinedita» dal titolo «Ritrovate su internet 4 monete coniate a Ceglie del Campo: sono del III secolo AC», «Premettere che a Ceglie del Campo non era mai stata vista con i propri occhi una moneta coniata in quel centro – spiega Strada - ma se ne è sempre parlato nei libri, si dà conto dell'acquisto sul libero mercato di 4 monete da parte del numismatico locale Geremia Balice». Queste 4 monete – secondo quanto, accertato da Strada - sono analoghe a quelle della collezione Lagamba, ed una è identica a quella recuperata a Firenze. Altre monete dello stesso conio sono esposte nel museo archeologico di Parma, con l'indicazione «Caelia» come zecca di provenienza. «A tutto questo va aggiunto, ed un altro aspetto non secondario che contribuirebbe a gettare nuova luce sulla storia ormai millenaria di Ceglie Messapica, che nel corpo della torre quadrata del castello realizzata nel XV secolo – sottolinea Strada -, si osserva che all'epoca come materiale di costruzione sono stati riutilizzati degli antichi elementi architettonici costituiti da una sequenza di triglifi e metope che potrebbero aver fatto parte di un importante tempio di stile dorico dedicato ad una divinità greco-romana».

Le affermazioni di Domenico Strada sono di un certo spessore e potrebbero aprire una vera e propria “disputa”. Vedremo il seguito che sicuramente ci sarà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)