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Fasano, cade in bici per una buca e fa causa, ma lo condannano

 
Mimmo Mongelli

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Mimmo Mongelli

Fasano, cade in bici per la buca e fa causa, ma lo condannano

Dovrà pagare le spese legali dopo nove anni

Mercoledì 06 Maggio 2020, 12:56

FASANO - Percorrendo in sella alla sua bici un viale della Selva ha avuto un incidente e, a seguire, ha citato in giudizio il Comune chiedendo un risarcimento di 40mila euro (più interessi e spese). Il giudice gli ha dato torto e lo ha condannato a rifondere al Comune le spese di lite.

La sentenza è arrivata a quasi nove anni dall’incidente, che avvenne lungo viale Dei Castagni, a Selva di Fasano, il 12 agosto del 2011. La persona che ha poi citato in giudizio il Comune finì con la ruota anteriore della sua bici in una buca presente sul manto stradale, “subendo lesioni al volto e escoriazioni su tutto il corpo”. A seguire ha presentato il “conto” al Comune. Un “conto” salato: 40mila euro, per l’appunto. L’ente, che si è costituito in giudizio affidando la tutela delle proprie ragioni al capo dell’Avvocatura comunale, Ottavio Carparelli, ha rilevato che “i fatti vanno attribuiti alla esclusiva responsabilità del danneggiato per effetto della sua imprudente condotta di guida”. Il Tribunale di Brindisi, nella persona del giudice Francesco Ciliberti, ha “sposato” le argomentazioni addotte dal legale del Comune.

“L’attore – è scritto nella sentenza – non ha provato le ragioni per le quali non è stato in grado di mantenere il controllo della bicicletta, dal momento che la visibilità della buca ben avrebbe consigliato di non attraversarla ma di passare al lato della stessa, tanto più se si considera che la buca risulta collocata quasi al centro della carreggiata, laddove la regola di comportamento impone al ciclista di viaggiare quanto più prossimo al margine destro della propria corsia di marcia”. Dalla lettura della sentenza si evince un principio generale: i ciclisti, al pari degli altri utenti della strada, non hanno sempre ragione quando restano coinvolti in incidente dovuto al non ottimale stato di manutenzione delle strade.

“Se è vero – scrive il giudice – che sussiste la presunzione di responsabilità dei Comuni – come delle altre pubbliche amministrazioni – verso i terzi per la custodia e manutenzione delle strade, è altrettanto vero che vi è un dovere dei terzi di uso corretto e responsabile dei suddetti manufatti. La mancata diligenza del danneggiato fa si che venga esclusa la responsabilità dell’Ente per i danni che lo stesso avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza”. Nel caso del ciclista che ha citato in giudizio il Comune – conclude il giudice – “la negligente, imprudente ed imperita condotta di guida dell’attore appare sufficiente per mandare il Comune esente da ogni responsabilità”. Non solo, quindi, il ciclista non avrà un centesimo dal Comune, ma dovrà anche rifondere all’ente locale le spese processuali, che il giudice ha liquidato in poco meno di 4000 euro.

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