Altri tre membri della Marina Militare di Brindisi, tutti ufficiali, sono risultati positivi al Coronavirus, dopo i due sottufficiali che erano imbarcati sulle navi San Giorgio e San Giusto. In seguito ai nuovi casi, e tenuto conto che gli equipaggi delle due navi sono in quarantena e si stanno sottoponendo ai tamponi, le attività della base navale di Brindisi sono ridotte ai soli servizi essenziali. Parte del personale, inoltre, viene impiegato in smart working. Lo apprende l’ANSA da fonti della Forza armata le quali precisano che nè la base navale, nè il comando della brigata Marina San Marco, sono chiusi, ma continuano ad essere operativi garantendo, appunto, tutti i servizi essenziali.
Il 13 marzo scorso circa 300 militari che componevano gli equipaggi delle navi anfibie San Giorgio e San Giusto, erano stati posti in quarantena nelle proprie abitazioni o in strutture militari dopo che due sottufficiali erano risultati positivi al Covid-19. Entrambi, dieci giorni prima, avevano svolto attività in mare sulle due navi che ora sono ormeggiate in porto a Brindisi dove il personale della Stazione navale ne sta mantenendo lo stato di efficienza
I CASI - Due militari sono risultati positivi al coronavirus e gli equipaggi di altrettante navi della Marina militare, entrambe ormeggiate a Brindisi, sono stati messi in quarantena. In tutto sono 300 i militari coinvolti, che dovranno osservare periodi di isolamento domiciliare nelle loro abitazioni o in strutture militari.
Il primo caso è quello della nave anfibia San Giusto, attraccata nei pressi della base della Brigata marina San Marco. Un sottufficiale dell’Esercito, imbarcato sull'unità per una operazione interforze, ha accusato i primi sintomi ed è stato trasferito all’ospedale Perrino di Brindisi, dove è tuttora ricoverato. Il tampone eseguito è risultato positivo.
Anche a bordo della nave anfibia San Giorgio, un componente dell’equipaggio è risultato positivo al tampone naso-faringeo, ma non è stato necessario il ricovero.
La Marina Militare, di propria iniziativa, ha subito adottato misure precauzionali per limitare al massimo il rischio di contagio, con provvedimenti restrittivi tesi a tutelare la salute del personale, dei familiari e della cittadinanza.
Gli equipaggi sono stati quindi segnalati alle autorità sanitarie a scopo di quarantena.
Dagli accertamenti svolti è emerso che i due militari poi risultati positivi (e che hanno informato essi stessi del contagio i loro comandi) avevano svolto attività in mare sulle due navi 10 giorni fa. Si è deciso quindi di procedere in maniera capillare, considerando ogni singolo membro dell’equipaggio come potenziale contatto stretto, per evitare ulteriori conseguenze. La propagazione del Covid-19 com'è noto è molto rapida e a bordo di una nave il rischio è piuttosto elevato. Non solo. Sono state anche attivate le procedure volte a verificare quali siano stati gli ultimi contatti dei due militari all’esterno delle navi, in particolare se vi siano anche familiari o altre persone potenzialmente coinvolte e per cui disporre un periodo di quarantena a scopo cautelativo.
Le due navi anfibie, spiega lo Stato maggiore della Marina militare, resteranno ormeggiate in porto a Brindisi vigilate dal personale della Stazione Navale che ne manterrà lo stato di efficienza.
Le condizioni dei due militari contagiati, a quanto si apprende, sono buone e non destano particolari preoccupazioni: il sottufficiale ricoverato in ospedale è in isolamento, ma non si trova in terapia intensiva.