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Sciopero al petrolchimico, a Brindisi e Oria arriva Landini

 
Redazione online

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fiammata petrolchimico Brindisi

Giornata calda sul fronte sindacale quella di domani che si apre con lo sciopero al petrolchimico per il rinnovo dei contratti di alcuni settori

Mercoledì 03 Luglio 2019, 11:54

BRINDISI - Stato di agitazione, sospensione degli straordinari e domani otto ore di sciopero con «presidio simbolico» in mattinata, che si svolgerà presso la Carraia di ingresso del Petrolchimico. «I sindacati, Filctem Cgil Femca Cisl Uiltec Uil hanno ritenuto gravi e inaccettabili i comportamenti mantenuti dalle parti datoriali ai tavoli della trattativa per i rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, dei settori Energia e Petrolio e Chimico Coibenti», spiega un volantino sindacale e che lo sciopero fosse imminente lo si era capito a chiare lettere durante il convegno nazionale Uil dei giorni scorsi.

Sciopero dunque domani, nel giorno in cui il leader della Cgil, Maurizio Landini sarà in Puglia e proprio a Brindisi, al mattino nella sala dell’Autorità Portuale, dalle 9.30, si terrà la tavola rotonda «Autonomia, Mezzogiorno e politiche di sviluppo – Cosa cambia per il mondo del lavoro». Ma perché sciopero al Petrolchimico? «Il Contratto collettivo Coibentazioni Termoacustiche applicato a circa 3.000 Lavoratori nel settore, a Brindisi nelle aziende SAIT e TERMISOL, è ormai scaduto il 31 dicembre 2015», dicono i confederali e « l’Associazione datoriale ha eretto un muro insormontabile che non permette di addivenire ad un rinnovo contrattuale dignitoso per le Parti. Siamo consapevoli che questo settore è in difficoltà sia per le condizioni del mercato che per le decisioni della committenza di generare appalti al massimo ribasso - proseguono -; siamo altresì coscienti che il settore è in profonda trasformazione ed è proprio per questo motivo che vogliamo un confronto costruttivo». Per il contratto collettivo «Energia e Petrolio, circa 37.000 addetti, a Brindisi i lavoratori di Enipower, Eni Syndial, Eni R&M e Snam, si registra un comportamento di Confindustria Energia inaccettabile e non condivisibile anche alla luce dei positivi andamenti economici che già dal 2017 hanno registrato e confermato la loro positività per tutto il prossimo triennio - dicono i sindacati -. Non si possono disconoscere accordi già sottoscritti tra le parti e il rinnovo del Contratto non deve tenere conto solo dell’andamento inflattivo generale di un paese ma anche dell’andamento economico e produttivo dell’intero settore». Da qui lo sciopero. 

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