FASANO - Arrotondava il suo stipendio di fornaio spacciando cocaina. Quando, l’altro ieri, i carabinieri del Nucleo operativo (sono quelli che lavorano in abiti civili e a bordo di auto civetta) hanno bussato alla porta dell’abitazione di un 51enne residente a Pezze di Greco, vedendo che i militi erano accompagnati da un cane addestrato a fiutare la presenza di sostanze stupefacenti, è stato lo stesso fornaio a consegnare loro la cocaina che aveva in casa.
Il 51enne ha accompagnato i militari dell’Arma nel garage dell’abitazione ed ha indicato loro una cassetta in legno da dove ha prelevato due barattoli colmi di riso. Nei contenitori in vetro c’erano dieci involucri in cellophane (di colore azzurro), chiusi alle estremità con nastro isolante (di colore nero), contenenti cocaina. Un’altra dose della stessa sostanza stupefacente e una dose di hashish il fornaio l’ha prelevata dall’interno di una scatola metallica.
In tutto il panettiere ha consegnato ai carabinieri dieci grammi di «bianca» e uno di «fumo».
Gli è andata decisamente bene. Il sostituto procuratore della Repubblica Manuela Pellerino, che l’altro ieri era di turno in Procura, dopo che i militari dell’Arma la hanno informata dell’esito della perquisizione eseguita a casa del 51enne pezzese, ha disposto che una volta che i CC avessero completato il verbale di arresto, operato in flagranza di reato, il fornaio fosse rimesso in libertà.
Un insospettabile. Sino all’altro ieri, quando i carabinieri hanno bussato alla porta della sua abitazione e gli hanno detto che avrebbero proceduto ad una perquisizione alla ricerca di droga, il 51enne di Pezze di Greco era una persona che non aveva mai avuto problemi con la legge e con la giustizia. Proprio per questo - anche se gli investigatori non dicono nulla sul lavoro investigativo che ha preceduto la perquisizione a casa del 51enne di Pezze di Greco - è evidente che nell’abitazione del fornaio i militari dell’Arma non sono arrivati per caso.
La perquisizione, che ha portato al rinvenimento della cocaina e dell’hashish è stata preceduta da un certosino lavoro investigativo, su cui i carabinieri mantengono assoluto riserbo per evitare che una fuga di notizie possa pregiudicare un eventuale prosieguo dell’attività investigativa.
Il fornaio è stato intelligente: quando ha visto che i carabinieri avevano appresso «Indiano», uno splendido esemplare di pastore tedesco di quattro anni di età, in forze al nucleo cinofili dell’Arma di Modugno, ha capito che non aveva alcuna chance di farla franca. A quel punto ha deciso che la cosa migliore da fare fosse quella di «collaborare» con le forze dell’ordine consegnando loro la sostanza stupefacente che deteneva.
Non è escluso che proprio l’atteggiamento collaborativo del presunto pusher, unito al fatto che si tratta di una persona incensurata, abbia almeno in parte influito nell’indurre il pm ad evitargli il carcere.