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«Ripetitori pericolosi a Costa sud installati nel silenzio del Comune di Trani»

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

«Ripetitori pericolosi a Costa sud installati nel silenzio del Comune di Trani»

Antenne «invasive» di paesaggio e salute. Il ricorso al Tar

Domenica 16 Marzo 2025, 10:04

TRANI - «Come si concilia il sentiero naturalistico di Costa Sud, presentato in pompa magna dal sindaco, con una stazione radio base alta oltre 30 metri pronta a sorgere a brevissima distanza da quel sentiero stesso ed in un’area a carattere totalmente paesaggistico? E soprattutto, come si concilia con la salute di mia madre?».

Così Davide Ceci, residente nella zona dell’ex Istituto psicopedagogico al confine fra Trani e Bisceglie, denunciando l’inizio dei lavori per una infrastruttura realizzata da Inwit e destinata ad ospitare quattro parabole e dodici antenne, equamente divise tra Tim e Vodafone.

La signora ha formalmente proposto un ricorso al Tar nel quale i suoi legali, Fabrizio Lofoco e Giacomo Sgobba, hanno citato Arpa Puglia e Comune di Trani, e come contro interessata la Inwit, per chiedere di sospendere tutti i lavori per l’installazione della infrastruttura.

Il Tar si è riservato di decidere nel merito il prossimo 25 luglio.

Nell’attuale fase il tribunale amministrativo pugliese ha affermato che «non sussistono i presupposti per l’adozione delle invocate misure cautelari monocratiche, posto che la pretesa di parte ricorrente si risolve in una richiesta di annullamento in autotutela di un titolo autorizzativo formatosi in favore della Inwit, per silenzio, sulla base della disciplina speciale in materia di installazione di infrastruttura per telefonia mobile».

Per Ceci, però, la partita è ancora aperta: «Di questa installazione ci siamo accorti per puro caso quando abbiamo visto gli operai delimitare la zona di scavo. Quindi abbiamo chiamato il proprietario del terreno confinante, che ci ha informato di averlo affittato alla società che sta per installare l’antenna. Abbiamo cercato sull’albo pretorio del Comune di Trani se ci fosse traccia della dovuta pubblicazione, ma non abbiamo trovato nulla».

Dunque, un procedimento che nascerebbe già con una omissione e che in ogni caso, «a parte l’evidente interesse privatistico mio, della mia famiglia e della nostra salute - spiega Ceci -, attiene l’interesse della comunità perché questa è una zona di rilevante interesse paesaggistico. L’ex statale 16, che si trova a pochi metri da qua, sul Piano territoriale regionale, è classificata come strada a valenza paesaggistica. Una contraddizione anche rispetto al nuovo litorale di levante, in fase di realizzazione».

E poi c’è l’area del rudere dell’ex psicopedagogico «che ha una destinazione d’uso socio-sanitaria e, come tale, risentirà dell’installazione dell’antenna. La giurisprudenza ormai ha sancito che una delle poche armi che hanno i sindaci, contro l’installazione di queste antenne, è proprio quella di eccepire la presenza ravvicinata di siti sensibili».

«Questa antenna è stata autorizzata senza alcuna precauzione - taglia corto l’avvocato Lofoco -. il Comune di Trani si è limitato a non rispondere e, non rispondendo, ha dato la possibilità a questa società di installare questa gigantesca stazione radio base, a soli 8 metri dal muro di confine di questa villa, in cui abita una signora che ha una patologia molto precisa e non può essere assolutamente esposta alle radiazioni elettromagnetiche».

Il percorso al Tar è in evoluzione, ma le conseguenze dell’eventuale conferma del progetto sono già certe: «Ce ne andremmo tutti - anticipa Ceci -, perché in questa abitazione non ci vive mia madre da sola, ma tutti noi con i risparmi di una vita».

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