TRANI - La demolizione dell’ex distilleria Angelini, finalizzata alla realizzazione di un grande parco ed alloggi per utenze differenziate di proprietà comunale, è ferma da alcuni mesi. L’allarme non poteva non scattare, richiamando alla memoria le tante incompiute con cui Trani ha dovuto fare i conti nel corso di questi ultimi decenni. Questa volta, tuttavia, il rischio che la vecchia fabbrica resti in piedi per metà sarebbe del tutto da escludere.
«Siamo in attesa dell’autorizzazione definitiva da parte della Regione Puglia in merito alla caratterizzazione del rifiuto post demolizione - fa sapere il sindaco, Amedeo Bottaro -. Infatti, avendo il progetto un indice molto elevato di sostenibilità ambientale, prevede che una buona parte del materiale demolito sia riutilizzato come reinterro per colmare i crateri lasciati dalla rimozione dei vecchi silos della distilleria dismessa».
Il progetto definitivo ha previsto che i resti della demolizione della prima metà della distilleria, già avvenuta, fossero condotti a discarica. La parte restante invece dovrebbe essere utilizzata per riempire le grandi vasche in cui erano installati i silos. «La caratterizzazione del rifiuto l’abbiamo già fatta - chiarisce il primo cittadino -, ed è risultato consono».
Ma poi c’è un secondo aspetto che riguarda il sottosuolo: «Dobbiamo avere la certezza che il sottosuolo non sia contaminato - fa sapere Bottaro -, perché siamo in presenza di ciò che resta di uno stabilimento che trattava alcool e sostanze chimiche. E questo processo è particolarmente lungo perché riguarda due uffici regionali e prevede un piano di campionamento ad hoc».
Il campionamento è partito due settimane fa e, con l’autorizzazione della Regione, «abbiamo affidato l’incarico per farlo eseguire a cura della stessa impresa esecutrice dei lavori - informa il sindaco -. I tempi delle analisi, per fortuna saranno rapidi. Depositato il rapporto e ottenuto il parere favorevole, della Regione, potremo riprendere e completare la demolizione».
Paradossalmente, i tempi di valutazione della Regione si stanno rivelando decisamente superiori rispetto a quelli con cui la Soprintendenza aveva indicato la strada da percorrere con riferimento ai manufatti di interesse storico da demolire e/o salvare. Infatti, nell’area dell’ex distilleria è andata giù la torre ottagonale, rivelatasi posticcia oltre che pericolante, mentre invece sarà tutelato un edificio con tetto a capriate situato nella parte periferica dell’ex complesso industriale.
La demolizione in corso nell’area della ex distilleria Angelini, per una superficie di 37mila metri quadrati complessivi, rientra nell’ambito del progetto Pinqua costa nord, finanziato con 18 milioni da fondi Pnrr.
Il programma si propone di valorizzazione il lungomare occidentale attraverso la realizzazione di un parco urbano attrezzato, nuove aree a parcheggio, la realizzazione di alloggi di co-housing e social housing. Le unità abitative previste saranno 54, di cui 42 (dai 45 ai 60 mq) dislocate in tre palazzine e 12 (da 45 mq) attraverso il recupero edilizio dell’area dell’ex macello.
L’impresa esecutrice è la Cetola Spa di Pietramontecorvino. Scompariranno i corpi di fabbrica dell’impianto industriale in abbandono da oltre un ventennio, e sul quale gravava (con sentenza del Tribunale di Trani) l’obbligo di dismissione a fare data dal 1993. Il solo impianto industriale si estendeva su una superficie di 18.500 mq con una consistenza di 60mila metri cubi di manufatti in muratura.