TRANI - «Stiamo per notificare il decreto di occupazione e la determinazione dell’indennità a 70 diversi proprietari, con 70 diversi indirizzi e 70 diverse notifiche. Siamo molto determinati ed anche sufficientemente ottimisti anche rispetto al contenzioso esistente».
Così il sindaco, Amedeo Bottaro, in merito al procedimento «Trani costa sud», vale a dire il recupero della passeggiata pedonale da Matinelle al ponte Lama che avverrà anche attraverso una serie di espropri, cui però alcuni proprietari delle aree interessate si sono opposti con un ricorso alla giustizia amministrativa che rischia di frenare un’opera che, dal canto suo, ha la necessità di rispettare i tempi imposti dal cronoprogramma del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
«Stiamo combattendo contro i privati che hanno fatto ricorso senza peraltro proporre alcuna sospensiva - fa notare Bottaro -, quindi il ricorso in questo momento non è neanche in discussione dinanzi al Tar. Abbiamo affidato un incarico legale esterno (all’avvocato Michele Dionigi, ndr), cui abbiamo dato mandato di provare a raggiungere un accordo con i privati. Qui non si vuole assolutamente prevaricare alcuno - chiarisce il sindaco -. Siamo disponibili a rendere gli espropri posti in discussione più proporzionati e, se qualcuno ha da fare qualche istanza in particolare, siamo anche disponibili a venire loro incontro. Ma non arretriamo di un centimetro rispetto alla necessità che quel tratto di costa diventi liberamente fruibile alla collettività».
Dunque, un Bottaro da una parte aperto al dialogo e dall’altra poco incline a ripensamenti nel merito: «Vogliamo regalare e non restituire, perché non lo abbiamo mai avuto, un pezzo di litorale alla città - è la sua missione -. È un atto dovuto da parte della mia amministrazione, sul quale io sto spendendo veramente tutto perché non è una priorità, ma la priorità delle priorità».
Il primo cittadino, dunque, fa di Costa sud una questione del tutto centrale rispetto all’agire della pubblica amministrazione. «Sono disponibile ad andare sino in fondo - ribadisce Bottaro -, soprattutto dopo che tutti gli etti coinvolti ci hanno confermato che ci siamo mossi nella piena legittimità con un progetto ad impatto ambientale zero. Costa sud - spiega - prevede consolidamenti della falesia solo attraverso tecniche naturali: non c’è uno, e dico un centimetro di cemento. Immaginate seconda spiaggia e lungomare Mongelli, opere pubbliche fatte quindici anni fa, non di più: bene, noi non facciamo niente di tutto e interveniamo sulla falesia lasciandola così com’è in maniera assolutamente naturale. In un unico punto - chiarisce il primo cittadino -, e cioè nella famosa ex cava ed oggi pineta, a ridosso di quella parete alta 7 metri faremo un muro ciclopico con pietre poste l’una sull’altra. Ma pietre, e non cemento armato, con le piene autorizzazioni di Soprintendenza, Autorità di bacino e Regione».
In altre parole, in sindaco si sente in una botte di ferro e, a maggior ragione, azioni legali e proteste lo indispongono: «Siamo molto arrabbiati con chi ha avuto l’ardire di dire che noi stiamo cementificando la costa di levante solo perché aveva bisogno di visibilità sui giornali o, peggio, perché evidentemente spinto da chi ha interessi privatistici. Certo, quando si espropria una proprietà è evidente che stiamo chiedendo un sacrificio al privato, ma esso è proporzionato rispetto al preminente interesse pubblico. Qui non stiamo facendo gli interessi del sottoscritto o di chissà chi, ma quelli della collettività».
A conferma del fatto che quel percorso pedonale dovrà essere scevro da qualsivoglia speculazione, Bottaro chiarisce anche che «su quel pezzo di costa non intendiamo fare bar, barettini, lidi e parcheggi: è un progetto che prevede esclusivamente la pedonalizzazione di quell’area, un percorso naturalistico che vogliamo regalare alla collettività e sul quale crediamo molto e stiamo lavorando incessantemente».
Per realizzare quest’opera, finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per 2.454.000 euro, di cui 1.691.000 euro per lavori, sarà dunque necessario penetrare in molte proprietà esistenti lungo quel sentiero. Infatti, negli anni le mareggiate hanno considerevolmente eroso la falesia e gran parte del camminamento esistente, per recuperare il quale serve acquisire terreno dalle residenze dei privati.
Alcuni di questi, nel ricorso proposto in nome e per loro conto dall’avvocato Pietro Quinto, del Foro di Lecce, notificato al Comune di Trani lo scorso 27 settembre 2023, chiedono l’annullamento di una serie di provvedimenti. Il primo di essi, da cui discendono gli altri, è la delibera di consiglio comunale del 14 giugno 2023, con cui si è approvato il progetto di opera pubblica in variazione al Piano urbanistico generale attraverso la dichiarazione di pubblica utilità preordinata all’esproprio.