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Barletta: porto, il dragaggio fantasma

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

Barletta, porto, il dragaggio fantasma

L’ultimo fu effettuato a metà degli anni Ottanta, poi solo annunci e promesse

Mercoledì 26 Agosto 2020, 09:49

BARLETTA - La volpe, l’uva e la ... scorciatoia. Si può provare a sintetizzare così la paradossale vicenda del porto di Barletta, nell’imminenza della demolizione dei silos granari: i politici, tecnici e pubblici amministratori che si sono alternati al suo capezzale negli ultimi anni non sono stati in grado di far effettuare il dragaggio dei fondali dai 6 metri e mezzo e forse meno attuali agli almeno 8 metri necessari per garantire un pescaggio in sicurezza alle navi mercantili. E così è nata l’«alternativa crocieristica» che naturalmente non si è materializzata e si intravede appena appena.

Eppure venerdì 10 gennaio di quest’anno, in un incontro a Palazzo di Città col sindaco Cosimo Cannito, così si esprimeva il direttore generale dell'Autorità portuale del Mare Adritico meridionale, Tito Vespasiani: «Siamo pronti ad appaltare i lavori per una piccola stazione crocieristica nel porto di Barletta, che da giugno sarà operativa».

Giugno è trascorso, settembre è ormai alle porte, ma della «piccola stazione crocieristica» nel porto non v’è traccia: si tratta dell’ennesimo miraggio, come i sempre promessi lavori di dragaggio mai realmente effettuati? Chissà.
La storia è lunga. Riavvolgiamo il nastro. Annunciava l’Amministrazione Cannito il 26 aprile del 2019: «Nel porto è in programma un dragaggio manutentivo in prossimità dell'imboccatura per riportare i fondali alla quota di 8 metri rispetto al livello del mare.

L'importo complessivo previsto per l'intervento è di 2milioni e 800mila euro. Il progetto, nella fase esecutiva, ha dovuto tenere conto della mutata condizione del fondale rispetto al 2009 (ad allora risaliva infatti la progettazione definitiva), registrando un lieve accumulo di sedimento. Perché si possa procedere al dragaggio sarà necessario aggiornare anche la caratterizzazione del fondale, essendo scaduta la validità di quella compiuta nel 2011 ed essendo intervenuto anche un aggiornamento normativo».

E poi: «Il servizio è stato appaltato e prevede preliminarmente l'attività di Bonifica bellica sistematica subacquea (Bss) nelle aree interessate dai campionamenti. Successivamente si passa all'attività di campionamento e analisi del sedimento. La procedura di Bonifica bellica sistematica subacquea si è conclusa a marzo scorso dando il via, il 10 aprile scorso, alle attività di campionamento alla presenza di Arpa Puglia, conclusesi anch’esse. Entro 30 giorni la ditta ed entro 45 Arpa invieranno i risultati delle analisi e saranno trasferiti all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che redigerà il Piano di Gestione, all'esito del quale si potrà completare la progettazione esecutiva».

«E' il risultato - dicevano il primo cittadino e l’allora vicesindaco Marcello Lanotte - di vigorose sollecitazioni da parte della Giunta nei confronti dell'Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico meridionale». A seguire, anche l'elenco degli «interventi di manutenzione e riparazione dei principali arredi portuali» fino alla previsione di «una struttura di accoglienza passeggeri nell'ambito del Progetto Themis».
Già detto della «struttura di accoglienza passeggeri», diamo uno sguardo alla cronologia del dragaggio dei fondali (l’ultimo a metà degli anni Ottanta), annunciato e «sognato» per consentire l’attracco anche di navi da 10mila tonnellate.

Scrivevano nel 2017 da Palazzo di Città (Amministrazione guidata dal sindaco Pasquale Cascella): «E’ pubblicato sul sito della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico dal 31 agosto, con scadenza il 30 settembre, l’avviso pubblico finalizzato alla raccolta delle manifestazioni di interesse a partecipare alla gara per l’affidamento del servizio di caratterizzazione dei sedimenti da dragare nel porto di Barletta». E poi: «Si compie così un essenziale passo avanti sollecitato dal sindaco Pasquale Cascella all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico dopo l’incontro con gli operatori del porto interessati allo sblocco del procedimento per i lavori di manutenzione dei fondali del porto che consentiranno il ripristino della profondità operativa di 8 metri nello specchio d’acqua dell’imboccatura». Tutto risolto? Macché!

Nell’ottobre 2013, l’allora assessore provinciale Dario Damiani (Forza Italia), ora senatore, prevedeva: «Nei giorni scorsi il Comitato Autorità Portuale del Levante ha approvato il Bilancio di previsione 2014, finanziando, per 2 milioni di euro, i lavori di dragaggio del porto di Barletta. La somma è stata inserita nella prossima annualità di bilancio; i lavori dovrebbero avere inizio attorno alla metà del 2014».

E il consigliere regionale del Partito democratico, Ruggiero Mennea, il 14 novembre 2014 sottolineava: «Il 2 dicembre è stata fissata la convocazione della conferenza di servizi presso la provincia Bat per concludere il procedimento che darà finalmente il via alle operazioni amministrative così tanto attese del dragaggio del porto».

Il 6 maggio 2016, Filippo Caracciolo, allora presidente Pd della commissione regionale all’Ambiente, dal canto suo, assicurava: «Sempre più vicini ad un'opera che Barletta attende da molti anni. Grazie all'investimento pari a 2,8 milioni di euro finanziato dall'Autorità Portuale del Levante sarà possibile incrementare le potenzialità del porto in funzione della possibilità di ospitare imbarcazioni sino a 10.000 tonnellate». E il sindaco Pasquale Cascella, il 28 giugno 2017: «Occorre accelerare l’iter per il dragaggio del porto».

L’«accelerazione», va da sè, non s’è manifestata. Il pluriannunciato dragaggio non è stato mai effettuato, ma i costi, nel frattempo, sono lievitati. Ci sono circa 30mila metri cubi di detriti da smaltire in discarica e ciò comporta un aggravio di spesa: dai 2 milioni 800mila euro di alcuni anni fa si è passai alla previsione di spesa di circa 9 milioni: chi li copre? Pare la Regione Puglia, ma tra il promettere e il realizzare c’è l’oceano. E, quindi, l’attesa infinita non può che continuare, magari dismettendo l’antica vocazione commerciale (l’abbattimento dei silos granari ne è un segnale inequivocabile) e sognando una «vocazione crocieristica» che attualmente assomiglia al dragaggio: si farà, si farà, ma quando non si sa ...

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