Trani - Il castello svevo di Trani, a differenza di quanto tuttora impresso sul foglio esposto sul portone di ingresso chiuso da giorni, potrebbe non riaprire il prossimo 1mo settembre. Lo fa sapere il direttore della struttura, Alessandra Mongelli, in una nota in cui spiega che, «in considerazione della natura e tipologia delle lavorazioni ancora rimanenti dopo la sospensione dei lavori di restauro in corso, si è fissata la data di apertura al 1mo settembre nella consapevolezza che, in caso di necessità e/o altre difficoltà maturate nel cantiere, anche questa data sarebbe stata suscettibile di ulteriori modifiche».
L’intervento del direttore serve a chiarire lo stato dell’arte del maniero federiciano all’indomani della polemica innescata dall’assessore ai lavori pubblici Domenico Briguglio, che aveva lamentato quella che, a suo dire, era da ritenersi una improvvida chiusura del bene proprio in corrispondenza del Ferragosto, privando la città di un fondamentale volano turistico nell’assenza di una comunicazione adeguata con l’amministrazione comunale.
La Gazzetta, nel riferire della lamentela sollevata da delegato del sindaco, aveva peraltro riportato la replica del responsabile provinciale della funzione pubblica Cgil per i beni culturali, Matteo Scagliarini, che aveva chiarito non solo che il castello è chiuso per il completamento di un lungo restauro, prolungatosi a causa del lockdown, ma continua anche a soffrire un problema di carenza del personale diventato ormai atavico.
Il direttore Mongelli fa ulteriore chiarezza su entrambe le questioni. La prima: «È certamente inopportuna e carente di informazione la polemica innescata da parte di alcuni politici locali. Della chiusura del sito è stata data comunicazione non solo alla Città di Trani, ma anche a tutti gli organi competenti a garantire la sicurezza pubblica, in considerazione del fatto che l’area risulta non adeguatamente illuminata, in particolare sul fronte sud ed ovest, ed è spesso oggetto di atti di vandalismo a danno diretto e/o indiretto del bene culturale, sottoposto a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali».
Quanto al personale ridotto all’osso, «nel corso del 2019 – spiega Mongelli -, quindi pre emergenza covid, questa amministrazione, in pieno spirito di collaborazione, ha sottoscritto con la Città di Trani specifici accordi tanto per la valorizzazione del Monastero di Colonna quanto, per l’introduzione di beneficiari Red per attività di supporto all’ apertura al pubblico del castello».
Dunque, il personale si sarebbe potuto rafforzare almeno temporaneamente con beneficiari del Reddito di dignità, che avrebbero potuto in qualche modo fornire un supporto ai soli cinque dipendenti del Mibact rimasti assegnati a Trani. Ma ciò non è avvenuto ed anzi, a quanto si è appreso, quei soggetti sarebbero stati dirottati alla villa comunale.
Ed allora succede che «le cinque unità di vigilanza – riprende Mongelli -, lavorando su turni, riescono (e riusciranno) con estrema fatica a coprire esclusivamente l’apertura antimeridiana o pomeridiana, non comprendendo tutti i festivi. Parlare di “chiusura per ferie” è quindi quanto meno cattiva informazione all’utenza, oltre ad ignorare che le motivazioni di eventuali insuccessi e/o problematiche relative agli accordi ricordati non sono certo imputabili a questa amministrazione».
L’auspicio del direttore del castello è che, «al dì delle superabili osservazioni ferragostane, si riprenda un serio lavoro sinergico con il Comune per la promozione del sito, che fra poche settimane potrà essere di nuovo aperto al pubblico dopo un restauro quanto mai necessario ai fini della sua valorizzazione culturale e turistica».