Trani - Non ci sono più ostacoli di alcun tipo per la riapertura del tempio di Giano, di proprietà del Comune di Trani, situato sulla provinciale Andria-Bisceglie in territorio di Trani: farà parte, come molti altri, dei cosiddetti «beni condivisi» che l’amministrazione affiderà e sta affidando a persone fisiche o giuridiche che si facciano carico dei costi di manutenzione ordinaria e straordinaria per riaprire e rendere stabilmente fruibili quei beni in favore della collettività.
Il dirigente dell’Area urbanistica, Francesco Gianferrini, avendo preso atto del fatto che al termine del periodo di pubblicazione sull’albo pretorio del Comune non sono pervenute osservazioni in merito all’avviso di deposito del fascicolo relativo alla proposta di convenzione, il tempio di Giano potrà essere definitivamente consegnato al richiedente, avendone approvato lo schema di convenzione che regola il rapporto fra le parti.
Il tempio di Giano è ubicato proprio al confine fra Trani e Bisceglie: in territorio di Trani c’è il tempio; attraversando una stradina c’è la chiesa di Santa Maria di Giano, in territorio di Bisceglie. Ad agosto 2019 la giunta comunale, nell’ambito della gestione condivisa e rigenerazione dei beni comuni urbani, avvalendosi di quanto sancito nel regolamento comunale sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura di questi, aveva già espresso parere favorevole al progetto di riqualificazione urbana che riguarda il tempio.
La proposta è stata presentata da un cittadino, Gabriele Torchetti, nipote di quel Nicola Torchetti che, nel 1981, trasferì al Comune di Trani la proprietà dell’antico edificio di culto sconsacrato, risalente al X secolo dopo Cristo. Alla base della richiesta di Torchetti, il legame affettivo che da sempre ha unito il tempio alla sua famiglia, così che si è offerto di occuparsene in modo continuativo, anche attraverso opere di manutenzione ordinaria e straordinaria (pulizia, sistemazione della pavimentazione, impianto di illuminazione), secondo quando disciplinato dal regolamento comunale sui beni condivisi.
Il tempio di Giano può considerarsi davvero di straordinaria importanza perché è in ottima compagnia di omologhi e prestigiosi monumenti non soltanto in Puglia, ma persino nell’area del Mediterraneo: nei paraggi possiamo citare la chiesa di San Francesco, Santa Margherita di Bisceglie, Ognissanti di Pacciano, nella provincia vecchi edifici sacri a Bitonto, ma le maggiori affinità si registrano addirittura in chiese e tempi coevi presenti nell’isola di Cipro.
Del tempio di Giano il primo tratto distintivo è l’abside, che lo qualifica appunto come protoromanico. Tuttavia l’elemento che più colpisce gli studiosi è la cupola, che dall’interno presenta quattro arconi, ma all’esterno ci mostra un cubo sormontato da una piramide a chiancarelle.
L’intento è adibirlo, senza finalità di lucro, ad un programma di attività turistiche e culturali e di pubblico interesse. Più nel dettaglio, si parla di mostre d’arte, reading letterari, performance teatrali e concerti musicali.
La proposta, come detto, è passata attraverso un avviso pubblico (corredato dai rispettivi progetti) per fare pervenire eventuali osservazioni o proposte alternative da parte dei cittadini, in forma di consultazione popolare indiretta.
Alla scadenza dei termini, non essendo pervenute osservazioni, il dirigente competente ha potuto istruire con il proponente il patto di collaborazione per dare corso alle iniziative. La durata della collaborazione (che non comporta oneri a carico del Comune) è fissata in dieci anni.
Alla scadenza del decennio il Comune potrà riaffidare la concessione per lo stesso lasso di tempo, a patto che il concessionario mantenga in buono stato di conservazione l’immobile concesso: sono posti a suo carico gli ulteriori oneri economici afferenti i costi per consumi, custodia, manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile. Dovrà, inoltre, garantire libero accesso e suo utilizzo al Comune di Trani qualora intenda organizzare o patrocinare manifestazioni culturali.