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Da Bisceglie in Olanda: la storia di Anna, biologa contro il cancro al fegato

 
Luca De Ceglia

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Luca De Ceglia

Da Bisceglie in Olanda: la storia di Anna, biologa contro il cancro al fegato

La dottoressa Anna Palmiotti, 29 anni, originaria di Bisceglie, indossa da un anno il camice bianco nel grande ospedale “University Medical Center” di Groningen

Lunedì 19 Agosto 2019, 11:02

BISCEGLIE - La sua passione è, da sempre, la ricerca scientifica in campo biologico, in un mondo diverso, silenzioso, fatto di microscopi e da tante altre attrezzature per osservare in “faccia” il male da sconfiggere. In primis, l’epatocarcinoma, il tumore del fegato. Una speranza di tutti. Ed i progressi che fanno ben sperare non mancano. La dottoressa Anna Palmiotti, 29 anni, originaria di Bisceglie, indossa da un anno il camice bianco nel grande ospedale “University Medical Center” di Groningen. L’obiettivo di partecipare in prima linea nella lotta alle malattie del fegato l’ha raggiunto. Ma volando all’estero, nella “terra dei tulipani”.

Perché ha deciso di far la valigia, mettendoci dentro la laurea in biologia molecolare conseguita presso l’Università di Bari con una brillante carriera universitaria e di approdare in Olanda? “Devo dire che sono molto soddisfatta ma non sono decisioni prive di ansie – dice la dott.ssa Palmiotti – diventano inevitabili, perché, mi spiace dirlo, nella mia Italia non ho avuto le stesse opportunità, mentre a Groningen ho trovato innanzitutto le condizioni per poter operare seriamente, vi è una professionalità ovunque che mi sta facendo anche crescere, un team di preziosi e valenti colleghi con i quali poter scambiare idee, impressioni”.

Insomma, non è un mistero: gli olandesi investono molto nella ricerca scientifica? “Sì, è proprio così – sottolibea la giovane ricercatrice – invece in Italia è poco finanziata e gli strumenti a disposizione non sono sufficienti”. A Groningen, nel laboratorio del Dipartimento di Pediatria, la pugliese Palmiotti sogna ad occhi aperti, tenendo però i piedi a terra. La sua ambizione professionale la rivela subito: “Sono impegnata nella ricerca sul diabete di tipo 2 e sulle malattie del fegato con l’obiettivo di raggiungere un trattamento personalizzato sull’individuo e non generico”.
Una gran bella “corsa”? “In realtà, ora, mi piacerebbe dare il mio contributo anche per il più semplice dei raffreddori”, ironizza. “La ringrazio - dice al cronista –. Sono in partenza. Torno in Olanda, sono venuta a Bisceglie per fare il carico del profumo del mare”.

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