MELFI - I sindacati lucani avrebbero voluto qualcosa in più, dal vertice di palazzo Chigi tra i rappresentanti del governo e quelli della Fiat; avrebbero desiderato un segnale forte, che andasse oltre le semplici rassicurazioni sull'intenzione di mantenere gli stabilimenti italiani del gruppo. Ma c'è chi sottolinea, tra le istituzioni locali, «l'importanza del fatto che il Governo abbia iniziato ad occuparsi dell’industria dell’auto, un settore che ha un impatto considerevole sulle sorti del Paese». Il commento è del sindaco di Melfi, Livio Valvano, secondo il quale «prendere iniziative nei confronti dell’auto non deve essere uno sforzo, ma un atto dovuto. Sono perplesso - continua - rispetto alle dichiarazioni di chi considera scandaloso concedere aiuti economici all’industria. Negli Stati Uniti il presidente Obama lo ha fatto. Spero che il Governo italiano metta in campo il possibile, per salvare l’industria metalmeccanica. Sono convinto che la Fiat farà le scelte migliori, e che tra le scelte migliori includerà lo stabilimento Sata di Melfi».
La Fiat, nell’incontro di sabato con il Governo Monti, ha «confermato la strategia dell’azienda a investire in Italia, nel momento idoneo, nello sviluppo di nuovi prodotti per approfittare pienamente della ripresa del mercato europeo». «In realtà - dice Emanuele De Nicola, segretario della Fiom lucana - l’incontro è servito soltanto per prendere tempo: non c'è stato un confronto sui nuovi modelli da realizzare, non è stato presentato un piano di investimenti. Marchionne - prosegue il sindacalista - aspetta la ripresa dei mercati, ma se si attende ancora non ci saranno garanzie per i lavoratori. Occorre predisporre azioni affinché si abbia certezza sugli investimenti, ma non si può continuare a dare aiuti alla Fiat senza creare vincoli sull'occupazione e sugli stabilimenti. È necessario, inoltre - evidenzia - iniziare una discussione sul monopolio in Italia della Fiat: serve infatti, ragionare anche con altri produttori».
Secondo Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uilm «è stato compiuto un primo passo importante, con la costituzione di un confronto col Governo sul settore auto. Adesso ci aspettiamo risposte: bisogna puntare sull'innovazione e sull'immissione di nuovi modelli. I dati sul mercato - mette in chiaro - sono negativi: ecco perché occorre iniziare a camminare in simbiosi». «Il problema della crisi dell’automotive - commenta Marco Roselli, segretario della Fismic lucana - non riguarda solo l’Italia: occorrono provvedimenti a livello europeo per diminuire il peso eccessivo della tassazione che grava sul settore; ci riferiamo in particolare ad Iva, prezzo dei carburanti, costo assicurazioni e tassa di possesso. Affermiamo ciò - aggiunge - sulla scorta di quanto già avvenuto in Brasile, dove la detassazione del settore ha dato ossigeno al mercato dell’auto».
«Che Marchionne abbia garantito che le fabbriche Italiane saranno scongiurate da eventuali chiusure, potrebbe essere positivo per lo stabilimento lucano della Fiat di Melfi. Al momento non ci riteniamo né soddisfatti, né tranquilli: l’auspicio è che alle parole seguano i fatti», sostiene il segretario regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici, Giuseppe Giordano. «Nonostante la flessione dei mercati - suggerisce la Fim - è indispensabile proseguire con gli investimenti, in particolare quelli in programma a Melfi e Cassino».