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Il caso
Onofrio Bruno
29 Novembre 2020
ALTAMURA - Sono giorni bui. Lutti. Persone ricoverate. Ci sono altre necessità di salute, altre patologie ma tutto è stato travolto dallo tsunami Covid. E diventa difficile ricevere le cure in casa per chi soffre in quarantena. Tragedie familiari che rompono la riservatezza del dolore e diventano drammi collettivi. Come quella di una donna di 44 anni, trovata morta in casa, all’improvviso.
Una storia, avvenuta l’altro ieri, di mattina. La donna è stata trovata dal padre (vivono nello stesso immobile) ed è stato dato l’allarme. È giunta l’ambulanza del 118 ma non è stato possibile alcun soccorso, solo la constatazione del decesso. Sono emersi alcuni dettagli della vicenda. Soffriva di epilessia. E, a quanto pare, aveva anche i sintomi del Covid tanto da essere risultata positiva a un tampone effettuato privatamente. La 44enne lascia una figlia piccola.
Era una morte che avrebbe potuto essere evitata? È stata lasciata senza assistenza? Domande che per la famiglia sono certezze. «Fa rabbia - dice un cugino - perdere così una vita, con l’altra tragedia di una bambina rimasta senza madre. La situazione è stata presa alla leggera, come purtroppo avviene troppo spesso in questo difficile momento in cui è un “si salvi chi può”. Mia cugina aveva una patologia ma da circa una settimana aveva febbre e tosse e non usciva. Il tampone è stato fatto a domicilio dagli operatori di un laboratorio privato ed è risultata positiva. C’è tanta, troppa amarezza».
La vicenda chiama in causa la medicina territoriale. Pietro Scalera, consigliere dell’Ordine dei medici e responsabile dell’ufficio di coordinamento dei medici di Medicina generale nel Distretto, dice: «Sul caso specifico non posso esprimermi, ma mi sento di dire che noi medici siamo l’anello debole della catena. Siamo oberatissimi, dobbiamo rispondere al telefono per i tanti casi e visitare le persone cui abbiamo fissato gli appuntamenti in studio. Se i nostri numeri sono occupati, chiediamo ai pazienti di avere pazienza e riprovare. Sono davvero tante le incombenze che ricadono su di noi. In tutta questa confusione i pazienti si rivolgono a noi per tutto quello che non funziona».
Aggiunge: «Noi non possiamo fare la visita domiciliare ai pazienti sintomatici perché non abbiamo le protezioni. In questi casi si fa la segnalazione all’Usca». La situazione di Altamura «è molto seria, con 1.800 persone positive. Ci sono tanti fuochi accesi per le catene familiari - spiega - e per questo bisogna chiudere tutto. Bisogna imporre o imporsi un auto-lockdown, si devono evitare i pranzi della domenica tra famiglie ma invece ancora si fanno. E si devono chiudere tutte le scuole per almeno due settimane, meglio tre», sostiene Scalera.
I PARADOSSI DELLA SANITA' IN PUGLIA
SINDACO: «SANITA' NON IN GRADO DI FAR FRONTE» - «C'è un sistema sanitario che non è veramente in grado di fare fronte a questa situazione. Abbiamo tante persone che stanno morendo per l’assenza di assistenza anche per altre patologie».
E’ l’allarme lanciato da Rosa Melodia, sindaca di Altamura dove i positivi al Covid hanno raggiunto i 1.800 casi (il 2,5% della popolazione), circa 500 nuovi contagi solo nell’ultima settimana.
Melodia ricorda gli ultimi due decessi per Covid avvenuti in città a distanza di poche ore, quello di una donna di 44 anni, «morta accanto alla figlia di soli 4 anni», e di un docente 65enne, oltre al decesso di un 50enne «che non è voluto andare in ospedale per non creare nocumento e quando è arrivato il 118 non c'era il medico a bordo ed è morto di infarto. Per non parlare - aggiunge - di tutte le altre patologie e di tutte le altre situazioni che non vengono seguite. Anche i dati delle Rsa non sono incoraggianti». La sindaca, rivolgendosi anche ai cittadini - rimprovera che "nonostante appelli ininterrotti da marzo, la cittadinanza non risponde minimamente a nessun segno di responsabilità, con le strade piene di persone senza mascherine e senza mantenere la distanza» e annuncia nuove misure restrittive, tra le quali valuterà la chiusura delle scuole.
REPLICA ASL: « SERVIZI POTENZIATI» - «La Asl ha potenziato in tutti i comuni, compreso quello di Altamura, le attività di sorveglianza e di prevenzione epidemiologica a tutela della comunità e anche in linea con l’attuale curva di contagi. Gli operatori lavorano senza sosta 12 ore al giorno, sette giorni su sette, per dare riscontro a tutte le richieste».
Lo precisa in una nota il Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari, in risposta alle dichiarazioni della sindaca di Altamura, Rosa Melodia, che oggi ha detto che «il sistema sanitario non è in grado di fare fronte alla situazione».
Nella nota, la Asl ricorda che vengono eseguiti circa «200 tamponi al giorno nella postazione fissa di drive through» e «più di cinquanta a domicilio»; poi ci sono «una postazione Usca con 12 medici che garantiscono test anti Covid e assistenza domiciliare», «un team di tracciatori dedicati alle indagini epidemiologiche», «uno sportello riservato ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta per i casi più urgenti», "controlli nelle Rsa, tamponi rapidi in strutture socio assistenziali e test antigenici nelle scuole». Comunque all’interno dell’ospedale Perinei, riconvertito in centro Covid, «continuano ad essere gestite e trattate tutte le altre patologie urgenti - conclude la Asl - per assicurare un’assistenza sanitaria completa».
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