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Ma i medici anti vaccino si possono convincere

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Ma i medici anti vaccino  si possono convincere

Fino a quando non sarà raggiunta l'immunità di gregge , chi non è vaccinato non può lavorare nei reparti più a rischio. Va protetta la salute di tutti. Anche quella degli scettici

Lunedì 29 Marzo 2021, 15:45

I nodi stanno arrivando al pettine. E non poteva essere diversamente.

Perché anche in ospedale, come nel resto del mondo, c’è chi ha deciso di non fidarsi della vaccinazione. Il perché, in questo momento, ci interessa fino a un certo punto. Ci importa di più sapere che nel faticoso percorso verso il ritorno alla normalità c’è un ostacolo proprio nell’ultimo posto in cui ci si aspetterebbe di trovarlo. E siccome qui non c’è da scherzare, bisogna utilizzare ogni mezzo disponibile: le buone, o anche le cattive. Ma una esperienza fatta proprio in Puglia dimostra che utilizzando l’approccio giusto i risultati arrivano, e le punizioni sono l’ultima spiaggia.

Ecco cosa racconta Danny Sivo, direttore della sorveglianza sanitaria della Asl Bat e coordinatore dei medici del lavoro pugliesi. «Bisogna spiegare e comprendere. Una parte degli scettici motiva l’avversione al vaccino con il rischio di allergie. Noi abbiamo potuto verificare che allestendo un setting protetto con psicologi, anestesisti e medici del lavoro, e organizzando sedute dedicate, queste persone si mostrano più disponibili a farsi somministrare il vaccino. All’ospedale di Barletta abbiamo vaccinato così 86 persone, e su 1.500 operatori uno solo ha rifiutato: a quel punto, solo a quel punto, abbiamo adottato un provvedimento di non idoneità al lavoro».

Proprio su questo nella Bat (dove hanno terminato ieri) è stato predisposto uno studio specifico, utilizzando questionari con domande per valutare quanto il rifiuto del vaccino fosse legato ad un motivo reale come l’allergia o se viceversa ci fosse una posizione ideologica o altro genere di timore. Il risultato è che in tutta la provincia su 5mila lavoratori del sistema sanitario quelli che si sono rifiutati e che possono essere considerati irriducibili sono una decina: sono prevalentemente addetti a mansioni ausiliarie. «Ci vuole pazienza - dice Sivo -. Con qualcuno molta. Ma questi dati ci dicono che il numero vero dei novax è molto più basso di quanto si pensi. Compito del medico, in particolare del medico del lavoro, è convincere ogni singolo lavoratore dell’efficacia del vaccino. Voglio dire: non è necessario aspettare la legge per risolvere il problema, legge con la quale peraltro sono d’accordo: ma il medico ha anche altri strumenti».

In Puglia il dato circolato nei giorni scorsi, quello dei 30mila operatori sanitari non vaccinati (emerge dalle tabelle ministeriali) va in realtà letto nel contesto corretto. Si tratta infatti del totale (su 140mila) di tutte le persone previste nella categoria «operatori sanitari» non ancora vaccinate: possono esserci medici e infermieri, certo, ma probabilmente si tratta di dipendenti del sistema sanitario che - essendo a basso rischio - sono stati lasciati per ultimi. Al momento in Puglia la percentuale del rifiuto vaccinale vero e proprio si aggirerebbe sul 2% del totale, che è comunque considerato alto.

Il vaccino tutela la salute di chi se lo inietta fino al momento in cui il livello di copertura è tale da proteggere anche chi non lo ha fatto: si chiama immunità di gregge. Fino a quando non sarà raggiunta, chi non è vaccinato non può lavorare nei reparti più a rischio. Va protetta la salute di tutti. Anche quella degli scettici.

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