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Caro ministro all’ecologia ti dedico una fotografia

 
Michele Mirabella

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Michele Mirabella

Caro ministro all’ecologia ti dedico una fotografia

La presentazione della nuova compagine di ministri ha placato le ansie degli italiani

Domenica 14 Febbraio 2021, 17:14

La presentazione della nuova compagine di ministri ha placato le ansie degli Italiani, soprattutto degli Italiani giornalisti, affannati nella curiosità di conoscere i nomi nuovi del nuovissimo governo italiano affidato alla guida di Mario Draghi, da quasi tutti gli italiani considerato eccellente appartenente all’Italia migliore, onesta, lavoratrice, geniale.
Da quasi tutti, perché esiste, è ovvio, un piccolo margine mugugnante di scontento sostenuto da un non straripante gruppetto di renitenti alla politica che è mediazione e solo ansiosi di misurarsi nello scontro elettorale. Questo è ciò che ho pensato prima di leggere i giornali. La sorpresa non c’è stata, perché, già nella notte incipiente le rassegne televisive avevano già narrato l’ora del mugugno, quella in cui l’ottimismo della volontà degrada nel pessimismo e basta. Il pessimismo della ragione è ammutolito per lo scontato motivo che la ragione balbetta per afasie rancorose e borborigmi viscerali. Dopo un corale mormorio di sollievi e consensi da parte dei più scontati lettori della politica, ma, anche, dei più incontentabili chiosatori, una specie di applauso di sollievo che aveva consentito alla decisione del Presidente della Repubblica, si è tornati alla laboriosa arte della critica ossessiva, concepita come esercizio dimostrante la sagacia, l’originalità, la prudenza dei saggi incontentabili.

E qui s’è data una sonora stura alle diffidenze meticolose, agli scetticismi goffamente manierati, alle prudentissime prese di distanze. Non si sa mai. Tutto nel giro di quarantott’ore. La preda di questi segugi dello scontento è la compagine dei ministri.
Questa mattina, però, la Gazzetta mi ha fatto un regalo: l’album delle figurine. Tutto il governo nuovo rappresentato in un paginone di fotografie con nomi sobriamente accuditi da noterelle biografiche e professionali facilitanti l’approccio umano e le riflessioni d’uso. Ma, anche, su, ammettiamolo, la congettura su possibilità di facilitazioni sociali, «non si sa mai».

Tutti ricordiamo gli album delle figurine, quelle che, noi bambini, acquistavamo per venti lire all’edicola dei giornali e che andavano incollate nell’album. Un minuscolo enciclopedismo che annoverava animali, piante, personaggi storici, attori, cantanti. Ma, soprattutto calciatori. Sovente acquistavi doppioni e non ti restava che confidare nel mercatino brusiante degli scambi con i compagni al ritmo della giaculatoria «ce l’ho, ce l’ho, mi manca» eccetera, mercanteggiando.
Il paginone della Gazzetta mi ha ricordato il giocoso album e ho scrutinato, anch’io con curiosità, non esente da personali considerazioni, ragguagli della memoria e valutazioni delle novità, nomi e mansioni nei curricula appena accennati dalla nostra redazione.

Ho guardato i volti e, inerziale, ha vinto la tentazione di attivare l’empatia. Non sono riuscito quasi mai a mettermi nei loro panni. E, soprattutto, nelle loro ansiose responsabilità.
Ma mi è venuto in mente che avrei potuto allenare la mia fiducia nelle istituzioni che è ancora salda nella commovente e inesauribile speranza messa a dura prova dalle contraddizioni sociali affastellate a farci inciampare nella nostra vita quotidiana. E, allora, ho pensato di proporre la supplica a ogni figurina per competenza. Poi ho rinunciato alla parola «supplica» perché non consona alla sobrietà di una democrazia e alla dignità dei cittadini. Altro è supplicare la Madonna di Pompei di concederci una grazia nel giorno prescritto dalla liturgia mariana, altro è chiedere all’onorevole Carfagna di aiutare, che so? la rinascita della città di Taranto. Anche se, temo, l’onorevole Carfagna, per questa epocale occorrenza, secondo me, un aiuto alla Madonna farebbe bene a chiederlo.

Comunque, in cuor mio, ho indirizzato a ogni figurina un mio auspicio, una richiesta, una rivendicazione, una calda raccomandazione. Raccomandazione è solo un lapsus calami. A proposito, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, rivolgo la richiesta di difendere la lingua italiana e di concordare con tutto il governo della Repubblica che vigili per il suo uso sempre e dovunque nelle forme della grammatica e del lessico corretti. Magari dando l’esempio. Non vedo, infatti, la ragione che le disposizioni governative usino l’inglese. Il vecchio che ha oltre gli ottant’anni, non è più contento se gli dicono che lui è «over ottanta». Il vecchio cittadino vuole essere vaccinato prima possibile. E non «il» prima possibile. Questo problema riguarda il ministro Speranza che è bravo e parla un perfetto italiano. Sono certo che potrà usarlo a filo di diritto per assicurare un vero e corretto piano vaccinale convincendo i furbacchioni delle multinazionali del farmaco a rispettare gli impegni. Se non ci riesce in italiano, li convinca con severi argomenti nel dialetto dell’amata Basilicata. Per questo, una mano gliela può dare la ministra degli Interni, Lamorgese, che è di Potenza. A lei rivolgo la richiesta di fare chiarezza sui monopattini, vezzosa moda, da molti sindaci coccolata, che sono veri e propri arnesi delittuosi e istigatori di violazioni del codice della strada.
Quanto all’ambiente c’è la novità della nuova fisionomia dell’addetto ministero: «Transizione ecologica». Il titolare è Roberto Cingolani. Sono tante le preghiere che rivolgerei a lui che mi limito a dedicargli la foto che correda questo scritto. È il mare di Bari. Il ministro lo sa, conosce questo lembo di Mediterraneo. A Bari ha vissuto e ha studiato. Gli dedico qualche riga dello scrittore Predrag Matvejevic.

«E così in ogni punto evidente, da scena a scena, da un avvenimento all'altro, comincia il racconto del mare e della costa, delle isole e della solitudine, del corpo e della prigione, dei venti e dei fiumi, di noi stessi. Eterni rituali della partenza e del commiato, dramma del distacco e del ritorno… Il Mediterraneo attende da tempo una nuova grande opera sul proprio destino».
Farò le richieste agli altri ministri la prossima domenica. Dovrebbero essere ancora al governo del paese. Spero.

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