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Il videomiracolo della puntualità

Il videomiracolo della puntualità

 
Ugo Sbisà

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Ugo Sbisà

Il videomiracolo della puntualità

Questa riscoperta della puntualità sta mettendo in luce un Sud quasi più svizzero della Confederazione elvetica

Giovedì 17 Dicembre 2020, 14:38

Anche se non era meridionale, un grande jazzista del passato, l’afroamericano Thelonious Monk, titolando “Round About Midnight” (“Intorno a mezzanotte circa”) la più celebre delle sue composizioni, si era in un certo senso allineato a un’idea dello scorrere del tempo – e di conseguenza della puntualità – tanto antica, quanto mediterranea, fatta di approssimazioni, di appuntamenti mai fissati con esattezza “alla” tale ora, ma appunto “verso”, “intorno” e giù di lì. Un’idea, per dirla tutta, che ben prima della fioritura letteraria leghista aveva dato origine alla più classica delle equazioni.

Ossia: meridionale uguale ritardatario, in opposizione a una efficienza tutta nordista che invece dipingeva i settentrionali così disgustosamente puntuali da mettere in cattiva luce persino il cavaliere di Samarcanda (Vecchioni docet).

Eppure, qualcosa d’inatteso accade in questi giorni resi sin troppo uguali dalle restrizioni pandemiche, in questo mondo nuovo (e si spera provvisorio) nel quale all’improvviso ci siamo accorti tutti quanti che la presenza fisica agli incontri, ai dibattiti, nei teatri può essere superata. Nella maggior parte dei casi, relatori e pubblico hanno riscoperto il gusto di essere puntuali, limitandosi, quando proprio non se ne può fare a meno, a concedersi giusto quella esigua manciata di minuti che si è soliti definire “accademici”. E, caso ancor più sorprendente, questa riscoperta della puntualità sta mettendo in luce un Sud quasi più svizzero della Confederazione elvetica.

Non è facile, ma nemmeno impossibile intuire i motivi di un simile cambiamento. Fra i tanti, c’è quello che lo streaming ha di fatto annientato le distanze, i tempi di percorrenza, gli ingorghi, le difficoltà di parcheggio e qualunque oggettivo, concreto ostacolo alla puntualità… “fisica”. Se ne sono accorti anche studenti e docenti, che il più delle volte si concedono la messa online a “mezzobusto”, con lezioni che vengono comodamente tenute e seguite in pantofole e che non richiedono corse all’impazzata per precedere il suono della campanella. Mentre esperti, intellettuali e professionisti, possono concedersi il lusso di assumere più impegni quasi simultaneamente, sfoggiando ovunque, alle proprie spalle, l’immancabile libreria bianca d’ordinanza.

Gli streaming sembrano allora la traduzione riveduta e corretta di un vecchio proverbio dei nostri nonni, “chi ha tempo non aspetti tempo” e di tempo finiscono per lasciarcene talmente tanto in più che alla fine non approfittarne appare un inutile spreco. Ecco quindi convegni partire più puntuali di una Freccia argento o concerti e opere liriche attaccare con precisione cronometrica, senza fastidiosi vocii, colpi di tosse o spettatori che si attardano nel foyer.

Certo, proseguendo in questa divagazione semiseria, ci sono anche aspetti negativi che riguardano non tanto i ritardatari “sistematici”, quanto quelli “strategici”, ovvero quanti, nelle occasioni pubbliche, giungono all’ultimo minuto e attraversano la sala per farsi notare: il messaggino “tizio si è aggiunto alla riunione” che appare sulle varie piattaforme non è proprio la stessa cosa… Mentre è decisamente un vantaggio poter escludere la telecamera o il microfono per assentarsi o fare altro lontani da occhi indiscreti. E quando si vuole proprio dare un taglio, quale migliore scusa di una connessione difettosa?

Tornando, per concludere, alla puntualità, durerà questa inversione di rotta e, soprattutto, sfaterà la diceria sui meridionali ritardatari? Prima di cantare vittoria, forse, sarebbe il caso di aspettare e vedere cosa accadrà in tutto il bacino mediterraneo, dove spesso l’essere in orario viene considerata una pratica più fastidiosa di un foruncolo dove non batte il sole. Non ci credete? Per non andare troppo lontano, provate a darvi appuntamento con un compatriota di Pericle: saprà sempre sorprendervi ripromettendosi di incontrarvi “domani” e replicando, alla vostra domanda “ma domani quando?” con un semplice “nel pomeriggio”. Come dire che prima o poi lo incontrerete, ma che non è il caso di farsene un cruccio, perché può accadere di tutto.

Roba da far apparire svizzero persino Massimo Troisi con il suo “Scusate il ritardo”.

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