C’è un virus molto più contagioso del “Corona”: si chiama polemi-virus. Non conosciamo la sua provenienza perché si perde nella notte dei tempi e dei talk-show ormai passati di moda e colpisce indistintamente lo spirito italico, senza offrire speranze in un vaccino possibile. Lo abbiamo visto in questi giorni deambulare nella bellissima biblioteca di Piazza della Minerva, al Senato, mietendo “vittime” illustri. Al convegno dal titolo didascalico “Covid 19 in Italia” è sembrato ammalarsi anche l'illustre tenore Andrea Bocelli. Con al fianco polemisti di lungo corso come Vittorio Sgarbi e il leader leghista Matteo Salvini, anche Bocelli, l'uomo che ha commosso il mondo cantando (tra l'altro per le vittime della pandemia!) nel Duomo di Milano deserto, ha fatto il suo esordio tra i “negazionisti” di un fenomeno così palpabile come l'epidemia che da mesi sconvolge il mondo.
ll Maestro, il padre di famiglia che ha donato il plasma, il talento che emoziona i teatri e le piazze, si è preso il podio accodandosi alle polemiche dei suoi vicini di conferenza e dicendo al mondo che: 1) il lockdown lo ha “umiliato offeso”... forse come la nobiltà di Dostoevskij; 2) che ha violato il divieto di uscire; 3) che “non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?”.
Al confronto, la tesi di Sgarbi secondo la quale “il virus non c'è più” è sembrata blanda, così come pareva un'inezia il fatto che anche Salvini come già da tempo Trump e Bolsonaro dicesse che la mascherina non la mette più. Pazienza per queste facce che vedremo intonse e non ascose dal pannicello azzurro... ma il Maestro, il grande Bocelli, come mai ha cantato note così stonate?
E' stato male interpretato, ha poi detto. Ma le registrazioni sul web sono fedeli e quindi la malattia sembra essere stata incubata. Polemi-virus anche per lui, come se fosse stato immediatamente ispirato allo Sgarbi-contro-tutti e alle uscite leghiste che ben conosciamo. Bocelli si è fatto pure bacchettare dal tatuatissimo Fedez, il quale ormai sembra il principe dei virologi e, oltre a consigliare eterna prudenza, con la sua Ferragni attua una politica di donazioni sanitarie e di sermoni formato Instagram che “bucano” il video e le coscienze.
Ora. Ognuno è libero di pensare e dire ciò che vuole, ci mancherebbe. Ma se le opinioni si scontrano con 35mila morti in 5 mesi di cui solo 16mila in Lombardia o con i 655mila decessi mondiali, la cosa desta un po' di preoccupazione. Come ha fatto il grande Bocelli, in tanti anni di viaggi internazionali, a conoscere così poca gente? Ah no, è il polemi-virus, non è lui che parla.
Avevamo visto i negazionisti della Shoah (pazzesco), quelli dell'attentato alle due torri di New York (suicidio collettivo?), quelli dell'esistenza di Saddam o di Al-Qaida, quelli del clima, dell'ecologia, delle stragi mafiose... Tanti, tanti temi sui quali ognuno si può disinformare come vuole sulla grande Rete, quella che fotografa cerchi concentrici in Texas e ci racconta di marziani sbarcati o che narra di genocidi inventati e di una Anna Frank falsa come un labbro al silicone.
Bocelli vuole giustamente riaprire le scuole e tutto il mondo vuole riaprire ogni cosa. Soffriamo tutti, ci barcameniamo in questa altalena di incertezze e drammi, vediamo tornare difficilmente alla vita persone che sono state colpite dal virus e che adesso vivono tra esami, danni da farmaci, dolori e paure. Un tour nel cimitero di Bergamo, in un reparto Covid o tra le case di Wuhan dove le famiglie sono decimate e la gente non sa come mangiare a volte non guasterebbe. Sì, torniamo a vivere – lo speriamo tutti fortemente – ma, come sempre, non dimentichiamo.