Dopo che l’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi (il governatore Ignazio Visco è stato in passato direttore della ricerca economica) – ha stimato la crescita italiana del 2019 al meno 0,2%, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dichiarato che la cosa non lo sorprende. Tutto bene, quindi, Madama la marchesa. Peccato che siamo l’unico paese europeo in contrazione. Gli unici a sperimentare una recessione. Siamo il malato d’Europa.
E il governo cosa fa? Aspetta le elezioni europee di maggio. Nel frattempo il premier Giuseppe Conte promette delle misure economiche in un prossimo decreto.
Fa veramente tristezza vedere come il populismo arranchi alla ricerca di soluzioni che non possono venire poichè il mantra è sempre la gestione del consenso di breve termine.
Le due componenti chiave della manovra per il 2019 sono state il reddito di cittadinanza e quota 100. Orbene, sono ambedue dirette a togliere forza lavoro dal mercato. Come fa ad esserci crescita economica se meno gente lavora e più lavoratori chiedono la pensione anticipata?
Il ministro Tria perchè ha dato il suo consenso a provvedimenti scadenti che oltretutto allargano il deficit di bilancio. Avrebbe fatto bene a dimettersi. Ed è ancora in tempo. Non è più tempo di foglie di fico. Tria sembra Guido Carli ministro del Tesoro del governo Andreotti (1989-1992), con il furbissimo Paolo Cirino Pomicino a disfare la tela di Penelope. Alla mattina Carli tagliava la spesa corrente, al pomeriggio Pomicino, con Carli assente causa l’asma fortissima, iniziava ad elargire soldi pubblici a destra e a manca.
Abbiamo Salvini tutto felice di erogare pensioni al Nord, sostenendo in modo menzognero che si creerà lavoro – sostituendo i pensionandi - per 100mila giovani. Aspettiamo con ansia dal nuovo presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo quanta nuova occupazione avremo. Per il momento , a febbraio, i dipendenti permanenti si sono ridotti, sul mese, di 33mila unità (sui 12 mesi, segno meno per 65mila). Per l’Ocse “quota 100 andrebbe abrogata”. Verità assoluta, ma impraticabile, purtroppo. Secondo le stime di Tito Boeri, il deficit aggiuntivo nei bilanci dell’Inps è stimato in oltre 30miliardi di euro.
Il vice premier Luigi Di Maio continua imperterrito ad elogiare il reddito di cittadinanza, che secondo l’Ocse, non tiene conto delle differenze di reddito tra Nord e Sud (ci vorrebbero le gabbie salariari, 700 euro a Milano o a Gallipoli sono ben diversi a livello di potere d’acquisto) e rischia di incentivare il lavoro nero.
Se non c’è crescita, ha ragioni da vendere il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria: “Non ci sono risorse sufficienti per realizzare quello che si desidera fare”. Non siamo nel Paese dei Balocchi, bisogna operare con razionalità, con saggezza, con lo sguardo lungo. Il grande economista Paolo Sylos Labini, il cui padre era nativo di Bitonto, consigliava di lavorare con una sensata gerarchia nell’ordine delle priorità. Quali sono oggi le priorità del governo, a parte mantenere alto il consenso con misure demagogiche?
Il presidente del Consiglio poco tempo fa evocava il 2019 come “anno bellissimo”. Con il motto “Uno vale uno” la crescita dei primi mesi del 2018 si è trasformata in contrazione. Un risultato bellissimo!