Tenuta a battesimo dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha aperto ieri i battenti la 57esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati in programma fino al 9 aprile a Veronafiere. Con oltre 4.000 aziende espositrici da ogni regione d’Italia - Puglia e Basilicata comprese - e il quartiere fieristico al completo, Vinitaly si conferma la principale piattaforma di promozione e internazionalizzazione per il comparto enologico nazionale. Infatti, sono oltre 30.000 gli operatori esteri da 140 Paesi attesi a Verona, tra cui 3mila dagli Stati Uniti.
All’inaugurazione ieri mattina sono intervenuti, oltre al presidente Bricolo, il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il presidente della Provincia, Flavio Massimo Pasini, e la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, la presidente del Ceev, Marzia Varvaglione, il presidente di Agenzia ICE, Matteo Zoppas, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Mentre per le conclusioni è intervenuto il già citato ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Importante per numero e qualità delle imprese, la partecipazione della Puglia alla manifestazione. «Unioncamere Puglia – afferma la presidente, Luciana Di Bisceglie - anche quest’anno ha assicurato la partecipazione attiva di oltre 100 imprese, rafforzando il legame tra imprese e promozione del territorio e offrendo opportunità di visibilità all’interno di un evento di respiro globale, quale è il Vinitaly. Il nostro obiettivo, in un momento così complesso, è quello di alimentare la crescita sostenibile e integrata del sistema vino, creando sinergie con il turismo, la cultura e le altre eccellenze del Made in Puglia».
Il Vinitaly 2025 sarà anche occasione per presentare a livello nazionale una serie di eventi dedicati alla promozione del vino e che tengono insieme l’incoming dei flussi turistici in Puglia e la valorizzazione dei territori. Nella crisi globale del mondo del vino, la Puglia a livello produttivo dimostra la sua capacità di resistenza. Secondo gli ultimi dati trasmessi dal Dipartimento Agricoltura ad Agea al 31 luglio 2024, la superficie vitata della Puglia è pari a 90.882,09 ettari, terza estensione a livello nazionale dopo Veneto e Sicilia. L’Ufficio Studi di Unioncamere Puglia evidenzia che la vendemmia 2024 è stata favorevole, con un incremento di produzione del 18% rispetto al 2023 e un ritorno ai volumi del 2022.
Nel corso della cerimonia di inaugurazione è intervenuta anche l’imprenditrice tarantina Marzia Varvaglione, recentemente designata presidente del Comité Européen des enterprises du vin (Ceev). «I dazi Usa saranno sicuramente un contraccolpo molto importante per tutte quante le imprese del vino - ha dichiarato Varvaglione -. Dobbiamo iniziare a pensare da sistema Europa ma non bisogna avere un approccio di muro contro muro, bisogna essere molto realistici. E pensare che non si può combattere con un controdazio, ma il lavoro che stiamo facendo a livello, appunto europeo è quello di un’apertura a un dialogo». Con l’entrata in vigore dei dazi Usa, ha osservato la presidente dei produttori europei Ceev, «a perderci ci siamo noi imprenditori europei, ma anche gli imprenditori dall’altro lato dell’Atlantico. Non dimentichiamoci che i prezzi di una bottiglia vengono moltiplicati per quattro volte e mezzo. E queste quattro volte e mezzo è tutta una ricchezza che resta distribuita sul territorio americano. Quindi siamo certi che non è nemmeno loro intenzione voler continuare in questa direzione. Inoltre l’export del vino europeo rappresenta 8 miliardi verso gli Stati Uniti, a differenza di un miliardo e tre che noi importiamo; è un rapporto di 1 a 6, quindi a perdere siamo entrambi. Per questo Ceev lavora con la Commissione Europea sempre a fianco a fianco per tornare ad un dialogo di apertura cercando peraltro di semplificare tante questioni amministrative che a volte si incontrano dovendo esportare».
A Vinitaly anche i vini della Basilicata. «Partecipare a questo evento è un’opportunità straordinaria per valorizzare il lavoro dei nostri produttori, la qualità dei nostri vini e la ricchezza del nostro territorio, la tradizione millenaria e le sue eccellenze a partire dalla più antica, l’Aglianico del Vulture Docg, fino alle altre tre Doc Matera, Terre dell’Alta Val d’Agri e Grottino di Roccanova» ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Carmine Cicala. Nello «Spazio Basilicata» vi sarà «un ricco calendario di eventi, tra cui degustazioni, masterclass e convegni. Oltre agli stand individuali delle singole cantine, nell’apposita area degustazione verranno posti in degustazione i vini Doc e Igt e sarà presentata la cultura, la storia, le tradizioni delle produzioni vitivinicole del territorio».