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«Dimmi a che ora finisce l’amore», l’EP d'esordio di Blue Phelix

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

«Dimmi a che ora finisce l’amore», l’EP d'esordio di Blue Phelix

Cinque brani autobiografici con cui Francesco Franco, nato a Bari e noto per X Factor e altre esperienze in tv, racconta la vita dopo una relazione

Venerdì 19 Luglio 2024, 06:51

È uscito venerdì 12 luglio Dimmi a che ora finisce l’amore, EP d’esordio di Blue Phelix, distribuito da Artist First. Cinque brani autobiografici con cui Francesco Franco, nato a Bari ma cresciuto a Livorno e conosciuto per le partecipazioni a Ti lascio una canzone e X Factor, nel 2020, si mette a nudo in maniera sincera e autentica, cercando risposte alle domande più profonde della vita.

Partiamo dal titolo: in che modo ci si chiede a che ora finisce l’amore?

«Può avere varie interpretazioni: la mia è quasi una preghiera, di dirmi, per favore, a che ora finisce, non ce la faccio più. Ne parlo nelle canzoni, dipendenza affettiva, situazioni tossiche».

I brani affrontano temi specifici ma sono legati da un «filo rosso»...

«Ciò che li tiene uniti è la mia esperienza di vita dopo una relazione importante. Mi concentro più su quello che ho vissuto io, parlo di attaccamento a questa persona, di come mi sento, descrivo le mie emozioni. Cerco di essere più onesto possibile con me stesso e chi mi ascolta, poi i momenti difficili li abbiamo tutti, ma provo a fare quello che mi rende felice. Ad esempio se non mi sento a mio agio in un posto me ne vado. Ma in generale nei miei testi sono sincero al 100%, anche perché poi devo andare a cantarli dal vivo, ho bisogno di sentirli miei»

Ha avuto diverse esperienze in tv, cosa le hanno lasciato?

«È un rapporto di amore e odio: sento che mi hanno dato tanto da un punto di vista di esposizione al grande pubblico, ma allo stesso tempo hanno tolto una parte di me. È come se la tv mi avesse costruito e poi fatto cadere. Oggi farei tutto in modo diverso, sono più consapevole di alcune dinamiche, so che al centro c’è la musica».

Chiudersi in studio a scrivere e suonare live: che rapporto ha con entrambe le dimensioni?

«Sono molto diverse, una non può vivere senza l’altra. Per la scrittura preferisco essere in un posto in cui mi sento bene, con persone amiche, scrivo anche a casa con pc e microfono. Per il live è come se ogni volta mi buttassi in mezzo a sconosciuti. Mi piacerebbe un giorno un tour nei teatri, più intimo».

Ha un sogno nel cassetto?

«Come artista il mio obiettivo è costruire una fanbase solida che mi segua e apprezzi la mia musica. Poi se devo sognare in grande penso a Sanremo...»

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