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LETTERE ALLA GAZZETTA
Vincenzo Quattromini, Altamura
05 Gennaio 2017
Per creare gli scandali siamo fatti apposta.
C'era bisogno di questo «can can» per una messa proibita ad un defunto boss? O non abbiamo altro a cui pensare?
Abbiamo problemi molto seri da affrontare, e le autorità ne hanno creato uno che spero venga subito risolto e messo nel dimenticatoio.
L' arcivescovo Cacucci ha in un certo qual modo giustificato l'atteggiamento di don Michele che forse avrà sbagliato e, se sì, lo ha fatto in perfetta buona fede, senza pensare che avrebbe creato un problema di Stato. E allora nel rimanere in pace con tutti, occorre che ognuno faccia la sua parte: don Michele scenda dal piedistallo. Il sindaco di Grumo faccia il sindaco e non accenda fuochi, Monsignor Cacucci da Buon Pastore, benedica e perdoni don Michele.
Ci siamo tutti dimenticati della famosa poesia del carissimo Totò, «’a livella», e lo scontro avvenuto tra il marchese signore di Rovigo e di Belluno ed il netturbino Gennaro Esposito che, disprezzato per la vicinanza della sua tomba a quella del nobile, conclude: «'O... Perciò, stamme a ssenti... nun fa’ o restivo, suppuorteme vicino - che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie... appartenimmo â morte!».
Vincenzo Quattromini, Altamura
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