Un nuovo primo giorno di scuola tra didattica in presenza e didattica a distanza. Si torna oggi tra i banchi in Basilicata con le regole che vigono per la zona arancione: in presenza fino alla terza media e con un minimo del 50% alle superiori.
A questi si associano quelle fissate dalla nuova ordinanza con cui il presidente della Regione Vito Bardi ha disposto la zona rossa per i comuni di Picerno, Palazzo San Gervasio, Teana e Pomarico.
«La riapertura delle scuole - ha ribadito Bardi - è un segnale di ripartenza. La decisione in tal senso, fortemente voluta dal Governo Draghi con apposito decreto, va accolta con le dovute precauzioni e per questo ho disposto il potenziamento del trasporto pubblico locale. In Basilicata a breve vaccineremo tutto il personale scolastico: abbiamo già per tale categoria prioritaria tra le migliori percentuali di vaccinazione d'Italia, nonostante la penuria di vaccini. Abbiamo puntato tutto su Over 80, fragili (oggi parte la prenotazione sulla piattaforma Poste), scuole e forze dell’ordine per poter riaprire quanto prima la nostra Regione».
E «in caso di focolai, che ovviamente speriamo di non avere - assicura il presidente -, sapremo adottare tutte le misure più tempestive».
Osservato speciale, resta il trasporto pubblico locale, per il quale saranno garantiti i servizi aggiuntivi per assicurare un coefficiente di riempimento dei mezzi non superiore al 50% dei posti consentiti dalla carta di circolazione dei mezzi stessi, in vista della riapertura degli istituti superiori in presenza. Di fatto, ha spiegato Bardi, si tratta di un raddoppio del trasporto pubblico locale.
L’unica discrezionalità riconosciuta alle regioni era la possibilità di chiudere e convertire in DaD le attività delle classi dalla seconda media in poi in quei territori che dovessero rivelare un livello di contagio superiore ai 250 positivi per 100 mila abitanti in una settimana. Situazione riscontrata solo nei Comuni in zona rossa.
«Abbiamo predisposto e comunicato tutte le nuove misure di sicurezza all’interno della scuola e nel cortile esterno - spiega Rocco Telesca, dirigente scolastico dell’Ic Busciolano di Potenza -. Da qui saranno i docenti ad accompagnare i ragazzi in fila indiana all’interno dell’istituto. In una situazione emergenziale la didattica ha funzionato. Si riparte ma la preoccupazione c’è, nonostante siano state poste in essere tutte le norme anticontagio».
L’allerta rimane sempre alta per problemi di contagio non all’interno della scuola, ma legati all’esterno. Ci sono anche tanti studenti che arrivano dalla provincia. «Possiamo mettere in capo tutte le misure dentro e all’ingresso della scuola, il problema esterno e con i ragazzi più liberi occorre una maggiore assunzione di responsabilità».
«Siamo partiti a settembre, poi di nuovo a febbraio, e ora un altro avvio, al 50% in presenza. Vedremo come andrà proprio a partire dal primo giorno - spiega Alessandra Napoli, dirigente del’Iis “Da Vinci”- “Nitti -. Saranno i rappresentanti dei genitori e degli studenti che comunicheranno eventuali criticità soprattutto nel trasporto, con una popolazione studentesca fatta, nelle due sedi di Brienza e Potenza (via Ancona) per circa il 40% da pendolari e per i quali è necessario assicurare il distanziamento sui pullman».
«Allo stato attuale - continua la Dirigente scolastica - gli studenti chiedono certezze. Vogliono sapere se rientreranno a scuola o meno, anche solo per fare o meno l’abbonamento ai mezzi di trasporto. Resta, inoltre, la preoccupazione e i dubbi per quanti si trovano nei paesi ancora in zona rossa. Nessun problema per la vaccinazione di docenti e personale Ata. L’incidenza di casi Covid tra gli studenti è stata limitata».
Inutile ribadire che il problema non è nelle aule, ma se si riapre tutto ci troveremo di nuovo i numeri alti. Allora la riapertura delle scuole può essere un rischio? Vale la pena ricordare la risposta del dottor Giulio De Stefano, Direttore di Malattie infettive del San Carlo e del Madonna delle Grazie. « Riaprire la scuola è una priorità. Ma bisogna fare in modo che il singolo individuo comprenda l’importanza del mantenimento delle misure restrittive pensando non solo a se stesso ma agli altri, ognuno si deve comportare come se fosse un potenziale portatore del virus».
Ogni istituto, secondo l’autonomia scolastica, decide le modalità da seguire nell’organizzazione della didattica. Ci sono scuole che hanno optato per alternare una settimana di didattica a distanza e una in presenza, chi a giorni alterni, chi ha diviso la classe a metà e chi, come gli istituti professionali, hanno preferito optare per la Dad per le lezioni e, invece, la didattica in presenza per le attività di laboratorio.