Da Castel del Monte a Garagnone, come in una battuta di caccia di Federico II. Arriva così il principe Alberto di Monaco, accolto da un cielo grigio e da campi di grano di un verde splendente. Torna in un territorio che per quasi 110 anni appartenne alla sua famiglia, i Grimaldi. E ieri si è voluto ricordare questo antico rapporto, fuori dalle epiche battaglie tra feudatari e signori della valle. «Grazie per l’accoglienza e l’ospitalità - dice sorridente e sereno - sono molto felice per questa occasione. È una testimonianza del nostro passato, di quello della mia famiglia insieme con la Puglia».
Al Parco dell’Alta Murgia, nel cui territorio ricade l’antico feudo di Garagnone e quel che rimane del castello, hanno fatto le cose in grande per accogliere il blasonato ospite. Non solo un bel cartello che immortala la storia del castello e ricorda la famiglia Grimaldi, ma è stata sistemata anche l’area di arrivo dopo anni di abbandono, ora delimitata da perfetti muretti a secco. La soddisfazione la si legge sul volto del presidente del Parco, Francesco Tarantini, che si è posto un obiettivo ambizioso: portare nel patrimonio dell’Ente il castello e poi valorizzarlo all’interno di un percorso che va dal Pulicchio di Gravina, passa da Garagnone e si conclude nelle vecchie e spettacolari miniere di bauxite. C’è però da superare l’opposizione del privato che è l’attuale proprietario e che sta resistendo anche al diritto di prelazione esercitato dall’Ente Parco. Sprizza energia Francesco Tarantini ed è quella stessa energia che - ci tiene a sottolineare - insieme con i sindaci e le sindache dei tredici comuni che fanno parte del Parco dell’Alta Murgia ha permesso di dare una svolta a questo pezzo di Puglia, sul quale insiste il più grande deposito al mondo di orme di dinosauri. Ma si tratta di altre bellezze. Oggi sono al centro dell’attenzione quei ruderi incastonati con straordinaria armonia nei massi affioranti dalla collina.
«Bellissima visita ed emozionante - commenta Alberto di Monaco - anche se sono già stato a Terlizzi e a Canosa. È molto bello vedere luoghi e Comuni che hanno una storia con il Principato. È anche bello vedere come si può aiutare lo sviluppo facendoli conoscere all’esterno». Il principe ammira la vallata che si stende a perdita d’occhio e che è vegliata da quelle pietre antiche, oggi rifugio prezioso per falchi e altri uccelli. Partono così le celebrazioni ufficiali di questo fra gli appuntamenti più insoliti del tour pugliese dell’ospite monegasco. Il discorso di Tarantini, il saluto a nome della Regione dell’assessora Maraschio e poi strette di mani e qualche battuta con i sindaci dei 13 comuni e con il presidente della Provincia Bat. Non può mancare lo scambio di doni: un quadro raffigurante proprio il castello di Garagnone, tredici - proprio come i comuni - prodotti tipici della Murgia. Il principe ricambia: libri e statuette racchiusi in raffinatissime scatole bianche con lo stemma del casato.
Il castello è simbolo di potere, quanto è difficile oggi amministrare un Principato così importante, anche se piccolo territorialmente? «Tutti i territori hanno i loro problemi le loro sfide, quindi è difficile ovunque - risponde il principe - bisogna fare le cose giuste con le persone che hanno buone intenzioni per fare il possibile per il territorio e per la loro gente».
Alberto ha invitato anche i sindaci di alcuni comuni pugliesi nel Principato e spiega perché: «Ogni anno - tranne gli ultimi due per via del Covid - in giugno abbiamo delle manifestazioni per portare a Montecarlo rappresentanti di siti storici italiani e francesi per fare promozione al loro territorio. Sono momenti di grande amicizia e convivialità». Sembra che lo spirito di Federico aleggi ancora su questa natura selvaggia.