Sabato 06 Settembre 2025 | 17:51

Il cuore e l'orologio che lo comanda: le «golden hours» indicate dal prof. Prati a Firenze

 
Nicola Simonetti

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Cuore

Il presidente Fondazione Centro per la Lotta contro l’Infarto ha organizzato e diretto un congresso, “Conoscere e curare il cuore”

Lunedì 04 Marzo 2024, 10:18

Tempo presente, perfetto. Specialmente per il cuore che gli è collegato essendo esso tempo-dipendente e, insieme, tempo-determinante poiché, con i propri battiti esso diventa metronomo biologico e, sempre più, la ricerca scientifica ha indagato le sottili connessioni che esistono tra cuore e tempo. “Gli effetti dell’abbassamento del colesterolo sull’aterosclerosi sono noti. Più recentemente ha detto il prof. Francesco Prati, presidente Fondazione Centro per la Lotta contro l’Infarto, che ha organizzato e diretto un congresso, a Firenze (“Conoscere e curare il cuore”) ricerche qualificate hanno dimostrato e quantificato la riduzione della componente grassa, l’ispessimento della capsula fibrosa, la riduzione dell’infiammazione locale ed i benefici che cuore e arterie ne ricavano in seguito al marcato abbassamento del colesterolo cattivo LDL nel sangue. Ma, in quanto tempo i farmaci sortiscono l’effetto di stabilizzazione dell’aterosclerosi; in mesi oppure essi cambiano, da subito ed a lungo, la placca aterosclerotica (un “tappo” formato da grassi, cellule infiammatorie e muscolari lisce, origine dell’infarto ma anche di ictus cerebrale)? Dimostrato che scendere a valori molto bassi di LDL nell’immediato, fa migliorare ulteriormente la prognosi in soggetti con recente Sindrome Coronarica Acuta (infarto, ecc). L’efficacia clinica della riduzione precoce e transitoria conferma che i pazienti che raggiungono valori iniziali di LDL al di sotto di 15 mg/dl, grazie a trattamento aggressivo e precoce,  rispetto ad una strategia che ne preveda controllo più graduale. Ovvero subito e decisamente per tagliare a livelli bassissimi il colesterolo per modificare le placche in modo significativo sin dalle prime settimane, mutandone le conseguenze cattive/estreme e la stessa vulnerabilità. Che sarà anche combattuta dalla marcata e precoce riduzione della componente infiammatoria della malattia.

Un “quando” anche per il trattamento del cuore in un infarto: quest’ultimo dipende dal “tappo” che occlude uno o più rami dell’arteria coronaria che, di conseguenza, non porta più sangue, energia e vita al cuore. Rimedio di emergenza è la  rivascolarizzazione cioè lo sturare (a Bari, in dialetto efficace, si dice “sfolge”) il vaso, portar via il trombo. Ma immediatamente e radicalmente, cioè “sfolge” non solo il punto dove si è localizzato l’infarto ma anche eventuali (peraltro, di frequente riscontro) altri punti in via di chiusura (multivasale). La rivascolarizzazione completa di routine deve essere ottenuta o durante la stessa procedura in concomitanza del trattamento della lesione colpevole o con un successivo intervento, ma meno raccomandato, entro 45 giorni dallo “sfolge” della lesione colpevole individualizzata sulla base del rischio clinico del paziente e di considerazioni logistiche.

Ed ancora una “golden hour” nella gestione dello shock: meglio tanto, in fretta e presto. Lo shock cardiogeno è definito come uno stato di inadeguata perfusione d’organo dovuto primariamente ad una disfunzione di pompa cardiaca. La terapia dello shock cardiogeno si basa su due cardini fondamentali: il trattamento della causa sottostante, ad esempio la rivascolarizzazione miocardica in caso di infarto acuto e la terapia di supporto volta a migliorare la perfusione e l’ossigenazione attraverso l’utilizzo di farmaci vasoattivi e dispositivi di supporto meccanico al circolo.

Ed ancora, andare a vedere all’interno delle coronarie (imaging intracoronarico) è cosa buona e giusta. E, questa volta, nello stesso tempo che, nella cardiologia moderna, è appena iniziato.

Far presto, bene e tutto è il top.

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Nicola Simonetti

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Vivere in salute: suggerimenti, risposte, piccoli accorgimenti per gestire la propria giornata, l’umore, l’alimentazione, il ricorso a farmaci, come affrontare al meglio gli impegni di lavoro, di responsabilità, il riposo ed il diporto, l’attività fisica. Inoltre, una finestra aperta sulla ricerca, sulle novità che la medicina ci offre ora e ci riserva e promette per il prossimo futuro.

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