Contrasto al diabete: più sintonia tra innovazione tecnologica e politica sanitaria
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Appello degli infettivologi italiani
Nicola Simonetti
20 Settembre 2019
Sempre più preoccupante in Italia il fenomeno della resistenza microbica agli antibiotici, con l’outbreak epidemico, nella regione Toscana, in meno di un anno si sono verificati 32 decessi e 75 pazienti colpiti dal New Delhi Metallo beta-lactamase. Non è la prima volta che il nuovo ceppo di batteri intestinali (Escherichia Coli e Klebsiella) è isolato in Italia ma è la prima volta che si sono verificati tanti casi in così poco tempo.
L’Italia detiene il triste primato europeo con più di 10.000 decessi l’anno correlati ad infezioni da batteri resistenti. Quasi il 5% dei pazienti ricoverati è colpito da un’infezione che non può essere trattata con i comuni antibiotici. Tema di grande attualità quello dell’antibiotico- resistenza, che vede purtroppo l’Italia in pole position rispetto agli altri Paesi europei, con più di 10.000 decessi all’anno correlati ad infezioni batteriche che non sono trattabili con i comuni antibiotici. “Tutti noi infettivologi lanciamo un appello accorato: adesso che l’educazione civica entra di nuovo nelle scuole, va usata anche per la salute – dichiara Matteo Bassetti, Direttore Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine e nuovo Presidente della SITA – è necessario tornare ad insegnare le buone regole dell’igiene, che sono il primo baluardo per arginare la diffusione di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, e del buon uso degli antibiotici.
Il secondo appello è rivolto ai governi e alle Istituzioni perché trovino soluzioni per premiare le aziende farmaceutiche che investono in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici. Oggi assistiamo alla ‘globalizzazione’ dei batteri resistenti:questi microrganismi si spostano con le persone colonizzate e con i pazienti. Abbiamo estremo bisogno di antibiotici innovativi”. Fortunatamente dalla ricerca arrivano buone notizie. La pipeline da qui ai prossimi cinque anni, commentano gli infettivologi, è interessante: tanti nuovi inibitori delle carbapenemasi e nuovi antibiotici in grado di contrastare le NDM e altri meccanismi simili. Restano stringenti le misure da attuare in ospedali e case di cura.
Ma quel che serve adesso è insegnare alla popolazione la buona prassi dell’igiene, a cominciare dalle scuole primarie con l’educazione civica in ambito sanitario:
• lavaggio frequente e accurato delle mani durante la giornata;
• mettere la mano o un fazzoletto davanti alla bocca quando si starnuta;
• stare in casa con l’influenza;
• uso appropriato degli antibiotici solo dietro prescrizione del medico di famiglia;
• non assumere antibiotici per il raffreddore o la comune influenza;
• usare gli antibiotici rispettando i dosaggi e i tempi prescritti dal medico di famiglia;
• completare sempre il ciclo di trattamento anche se ci si sente meglio.
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