Con l'avvio dell'anno scolastico 2025/26 è entrato pienamente in vigore il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari in classe.
Immaginiamo da lunedì il corpo docente italiano in restrizione per divieto di: uso del telefono, moderazione dei toni di voce, abbigliamento non coerente con il ruolo educativo, toni di voce alti e gestione aggressiva delle obiezioni e dei conflitti con i colleghi. Divieto di ritardo, di giudizi e pregiudizi e stereotipi, di accuse e di svalutazioni, linguaggio violento e aggressivo e svalutante. Divieto di abbigliamento sciatto o non decoroso (lunghezza gonne, tacchi, scollatura), di uso di gioielli eccessivi e di accessori costosi e fuori luogo, divieto di trucco eccessivo, osservanza del divieto di fumo nei cortili e negli spazi adiacenti alla scuola, uso moderato del registro e delle annotazioni, ammonizioni e punizioni, capacità di correggere per amore dello studente e non per principio o potere di ruolo. Obbligo di relazionarsi in modo armonioso e con rispetto di comunicare in modo assertivo ed efficace con colleghi e studenti, obbligo di rispettare il tempo di lezione e la puntualità, di curare il tono di voce, eliminare i giudizi e porre attenzione ai più fragili, saper provare empatia, accoglienza, guida, decoro e bellezza nella cura personale per ispirare sentimenti positivi nelle persone.
Che mondo sarebbe? Se stiamo chiedendo questo agli studenti, dobbiamo essere in grado di dare in cambio anche noi adulti altro. Perché qui non si tratta di educare alle regole, ma di dare prova di uno stile di vita coerente, in cui ognuno si assume la responsabilità di una parte per il bene di tutti.
Sarebbe un mondo che non ha bisogno dei cellulari perché ci sarebbe la voglia di stare insieme e di fare esperienze di apprendimento e conoscenza. Sarebbe un mondo in cui il bello è già fuori e dentro di sé e non ci sarebbe bisogno di cercarlo chiuso nell’illusione offerta da una scatola luminosa, in cui scappare dalle bruttezze che ci circondano.
Mettiamoci in discussione. Mettiamoci alla prova e scopriremo che le incoerenze nascono da bisogni insoddisfatti e che non si può far calare dall’alto all’improvviso una norma senza una preparazione pregressa, in alleanza con le famiglie e gli adulti della società (inclusi i docenti e personale scolastico) che non solo non pongono limitazioni all’uso dei telefoni cellulari, ma ne sono anch’essi vittime, spesso inconsapevoli.
Servirà? Forse mitigherà il fenomeno, ma per l’efficacia del rischio della dipendenza e di assuefazione che distoglie dalla vita, serve altro: consapevolezza globale, amore per la vita e benessere psico sociale, dai primi mesi di vita.