Comunicare efficacemente significa prendere atto dei pensieri dell’altro, dei suoi stati d’animo e dei propri, per condurre una dinamica relazionale funzionale alla situazione e al contesto. Un processo relazionale attraverso il quale un individuo riconosce, comprende e risponde in modo sensibile e congruente ai vissuti emotivi dell’altro, favorendo comprensione reciproca, fiducia e cooperazione. Rosenberg, M. B. (2003), con la sua proposta di Comunicazione Nonviolenta, afferma che le parole sono finestre (oppure muri). Lo sviluppo di competenze socio-emotive (soft skills) è cruciale per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita: promuove ambienti di apprendimento cooperativi, inclusivi e riflessivi, nei quali le persone possono sviluppare non solo conoscenze, ma anche consapevolezza di sé e degli altri.
L’educazione affettiva non riguarda solo la gestione delle emozioni, ma la consapevolezza di sé come essere relazionale ed emotivo. Nell’età adulta, questo diventa cruciale perché la formazione non è più soltanto acquisizione di competenze, ma processo di autoformazione e trasformazione interiore. L’adulto apprende in modo significativo solo quando le sue esperienze emotive, cognitive e valoriali entrano in dialogo (Rogers, 1969; Mezirow, 1991). L’autoformazione (Demetrio, 1995) è un processo riflessivo e autobiografico attraverso cui l’adulto diventa soggetto attivo della propria crescita.L’educazione affettiva ne rappresenta la porta d’ingresso, perché consente di riconoscere le emozioni come linguaggio interiore e forma di conoscenza; rileggere la propria storia e i propri vissuti emotivi in chiave evolutiva; accogliere la vulnerabilità come risorsa formativa; coltivare empatia e cura di sé, prerequisiti per la relazione educativa con altri. “Non ci si forma se non ci si emoziona” (Demetrio, 1995). La consapevolezza di sé è un obiettivo cardine del lifelong learning (vedi Key Competences for Lifelong Learning, UE 2018: “Personal, social and learning to learn competence”).
L’educazione affettiva contribuisce a svilupparla attraverso i percorsi formativi degli adulti. L’educazione affettiva può essere introdotta nei contesti di formazione degli adulti (corsi, laboratori, gruppi di autoformazione, coaching, università popolari, ecc.) attraverso metodologie esperienziali, riflessive e dialogiche, come ad esempio: laboratori autobiografici, narrazione e scrittura di sé (Demetrio, 1995; Formenti, 2017) che permettono di riattivare emozioni, riconnettere esperienze e trarne significato. Circle time e dialogo empatico offrono spazi protetti per l’ascolto reciproco e la condivisione autentica. L’educazione alla consapevolezza inoltre è possibile in età adulta attraverso attività di mindfulness, focusing, training emotivo, i quali promuovono la presenza mentale e la capacità di osservare i propri vissuti senza giudizio. Queste metodologie di apprendimento trasformativo avviano processi riflessivi che aiutano a mettere in discussione schemi di pensiero e convinzioni limitanti (Mezirow, 1991). L’affettività diventa motore di cambiamento personale e relazionale.

















