Martedì 18 Novembre 2025 | 21:44

Palazzo Chigi, la furia dei sindacati: «Rottura sull'ex Ilva, è sciopero». Il governo: «No ad altra cig, ma formazione»

Palazzo Chigi, la furia dei sindacati: «Rottura sull'ex Ilva, è sciopero». Il governo: «No ad altra cig, ma formazione»

 
Redazione online

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L'epifania dell'ex Ilva, tra azeri e indiani resta un futuro incerto

«A partire da domani sit in. Il piano porta alla chiusura»

Martedì 18 Novembre 2025, 19:30

21:06

E’ rottura sull'ex Ilva. Il secondo incontro nell’arco di una settimana a palazzo Chigi tra governo, commissari e sindacati si chiude con la decisione di andare allo sciopero, unitario, da parte di Fim, Fiom e Uilm. Le posizioni sono opposte. Le sigle dei metalmeccanici accusano il governo di aver messo sul tavolo un piano di dismissione del siderurgico, con il ricorso alla cassa integrazione fino a 6mila lavoratori. Il governo ribatte sostenendo, invece, di aver accolto «la principale richiesta» dei sindacati e che «non ci sarà un’estensione ulteriore" della cassa integrazione, ma «in alternativa saranno individuati adeguati percorsi di formazione, anche per coloro già in cig».

Già al precedente tavolo era emerso che 1.550 persone si sarebbero aggiunte alle 4.450 che attualmente in cassa, portando da gennaio il totale a 6mila per due mesi. Ma la formazione, spiega palazzo Chigi, servirà a far acquisire ai lavoratori le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green.
Per i sindacati non basta, anzi. La Uilm rilancia il rischio della chiusura e che dal primo marzo «non ci saranno più 6.000 lavoratori in cassa integrazione, ma ci sarà la totalità dei lavoratori», afferma il numero uno Rocco Palombella, parlando di "disastro» e richiamando governo e istituzioni alla responsabilità. Scatta così la decisione di andare allo sciopero: uno stop di 24 ore a partire da domani in tutti i siti ex Ilva. Domani scioperano a Genova, mentre a Taranto ci sarà assemblea giovedì che deciderà la data dello sciopero, che probabilmente sarà venerdì. Il piano sull'ex Ilva «di fatto va a ridimensionare le attività, è per la chiusura. Questo per noi è inaccettabile», dice il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. «Abbiamo chiesto alla presidenza del Consiglio di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ci hanno risposto di no e noi abbiamo deciso ovviamente di dichiarare sciopero», rimarca il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma. Stop che raccogli subito «il pieno sostegno» dal leader della Cgil, Maurizio Landini: «Il governo deve ritirare il piano proposto e la presidente del Consiglio deve intervenire direttamente».

Il governo al tavolo ha fatto anche il punto sullo stato delle trattative per la vendita del gruppo e ha manifestato «la propria disponibilità a tenere aperto il confronto». In campo, oltre ai fondi Bedrock Industries e Flacks Group, c'è un altro pretendente con cui sono in corso contatti nel massimo riserbo. E ci sarebbe l’interessamento di un quarto operatore extra-Ue, "un elemento di novità», sottolinea l’Ugl.
Anche l’Usb va all’attacco, perché «il governo conferma piano di dismissione» e il pacchetto di formazione dedicato a 1.550 lavoratori, «pari a 93mila ore è uno strumento utile solo a coprire l’assenza di attività produttive, non a costruire un futuro industriale». I sindacati chiedono ancora una volta l'ingresso dello Stato.

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