«Che idea mi sono fatto? Forse abbiamo toccato qualche nervo scoperto». A parlare ai giornalisti in via telefonica è Giuseppe Di Bari, presidente del comitato di quartiere zona 167 di Barletta, la vittima dell’agguato avvenuto ieri sera in via Leonardo Da Vinci: «Sono un po' dolorante, la situazione è stazionaria, sono in attesa di capire cosa dovranno farmi. Ultimamente forse abbiamo toccato interessi troppo delicati di gente senza scrupoli».
«Avrei anche accettato la minaccia verbale, ma forse c'era proprio l'intento di farmi male. L'arma era diretta sul corpo, sono stato io pronto a correre», ha continuato Di Bari. «Questo atto ignobile non mi scoraggerà, torneremo più forti di prima».
«Avevo appena chiuso il mio ufficio che è anche la sede del comitato, ho fatto qualche passo poi mi sono ricordato di aver lasciato il borsello e sono tornato indietro - ricorda - ho sentito un rumore sordo, come dei petardi che esplodevano. Ho alzato lo sguardo e ho visto una persona che indossava un casco integrale che stava attraversando la strada e veniva verso di me. Ha premuto il grilletto e mentre correvo mi ha centrato alle gambe. Mi sono rifugiato in un panificio e ho chiesto aiuto».
Chi ha sparato, «dalla corporatura, mi sembrava fosse un uomo giovane», continua Di Bari che è ricoverato nell’ospedale Dimiccoli di Barletta. «Attendo di sapere dai medici che devono fare perché ho dolori forti alle gambe», aggiunge. «Non ho mai subito minacce né intimidazioni - dice - forse col comitato abbiamo toccato interessi di un certo tipo e questo a qualcuno non è andata giù e ha provveduto a intimorirci col suo linguaggio criminale». «Chiunque sia stato ha fatto male i conti: le nostre attività e il nostro impegno continueranno», conclude.
CHI HA SPARATO INDOSSAVA IL CASCO
Secondo quanto emerso da una prima analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, ad agire sarebbe stata una sola persona che, con indosso un casco integrale, ha percorso a piedi via Leonardo Da Vinci, strada in cui si trova la sede del comitato. La vittima aveva appena lasciato il comitato quando i colpi di pistola, sette quelli esplosi, lo hanno ferito alle gambe.
Chi ha premuto il grilletto è poi scappato a piedi raggiungendo una strada in cui non ci sono telecamere, e in cui con ogni probabilità c'era un complice che lo attendeva in sella a una moto. Di Bari, impegnato in attività a difesa del quartiere, è stato ascoltato dagli inquirenti a cui avrebbe riferito di non aver subito minacce e delle attività che promuove assieme agli iscritti e legate al mantenimento del decoro del rione. Non si esclude che ad aver agito sia qualcuno legato alla microcriminalità della zona.
















