BARI - «Quando si dice che il voto è segreto è bugia, perché tu lo scopri dopo due secondi attraverso il tuo metodo. E quello quando andava a vedere che c’era ti pagava altrimenti non ti pagava». “Quello” è Alessandro Cataldo, il marito della ex assessora regionale Anita Maurodinoia. A raccontare il metodo con cui Sandrino comprava i voti è Armando Defrancesco, l’ex consigliere circoscrizionale che è finito ai domiciliari insieme a Cataldo il 4 aprile con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
In questa conversazione, registrata il 22 gennaio 2021 dal maresciallo della Finanza Gerardo Leone, si ascolta Defrancesco che descrive come funzionava – a suo dire – il sistema: «Ogni volta che facevamo la campagna elettorale, noi facevamo... diciamo., compravamo i voti, ti dico anche il sistema che facevamo, lui che è un genio, su questo bisogna riconoscerlo, lui aveva un sistema infernale che nessuno sa al mondo secondo me. Lui ti sapeva dire se tu lo votavi o meno attraverso questa tecnica. Allora lui usava me perché tra i giovani avevo molte amicizie, noi pagavamo 50 euro a voto».
Il racconto di Defrancesco è alla base delle indagini della Procura di Bari che hanno portato all’arresto di Cataldo e alle dimissioni della Maurodinoia e del sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli. Per la difesa di Sandrino, però, il racconto sarebbe viziato anche da un complotto orchestrato da Leone ai danni di Cataldo: il finanziere venne arrestato dopo la denuncia di Cataldo, che lo registrò e lo accusò di avergli chiesto denaro per insabbiare l’indagine sugli appalti truccati alla Provincia di Bari.