Raccontare se stessi in parole e musica, su atmosfere jazz: è quello che prova a fare la pugliese Antonella Fierli, voce graffiante ed esordio convincente nel primo album di inediti, «Antonella sings Antonella». Il disco, distribuito da Angapp Music, è uscito il 25 novembre scorso, e raccoglie brani originali, con musiche e testi firmati dalla Fierli, e arrangiamenti di Paola Arnesano. Melodie che spaziano dal jazz alla world music, ma che strizzano anche l'occhio a più generi, dal blues all'R&B, passando perfino all'hip hop.
Alle registrazioni hanno preso parte Alessandro Binetti e Antonio Laviero al piano, Gianlivio Liberti alla batteria, Marco Boccia al contrabbasso, Ignazio Cascarano al violino e Alberto di Leone alla tromba.
Un disco per cantare se stessi: chi è oggi Antonella Fierli?
«Antonella Fierli è oggi una tranquilla bibliotecaria con la passione per la musica, nata trent'anni prima quando la sua vita era turbata da esperienze giovanili estreme di cui parla nei suoi testi».
Ci racconti l'origine e la genesi di questo lavoro, come è nato e cosa ha voluto raccontare?
«"Antonella sings Antonella" racconta l'amore, la società, la musica percepite da un'anima inquieta alla ricerca di un paradiso in terra trasfigurato da immagini della natura, mare, stelle, delfini, farfalle, metafora di un amore per le creature che trascende l'amore di coppia e si fa amore per gli esseri viventi».
La musica nasce con la collaborazione di Paola Arnesano: qual è stato il valore aggiunto di questa sinergia tra donne?
«Paola Arnesano è la mia vocal coach. Lei mi ha condotto per mano nella composizione di alcuni brani fra i più belli del disco, curandone le armonie e gli arrangiamenti. Ci lega una profonda amicizia oltre che il comune amore per il jazz».
La passione per il jazz da dove arriva, chi sono i suoi riferimenti musicali?
«Nasce frequentando la scuola Il Pentagramma dove si studia questa particolare e raffinatissima musica. Mi sono perfezionata al Conservatorio Nicolò Piccinni sotto la direzione del Maestro Ottaviano, dove mi sono diplomata con una tesi su Thelonious Monk cui dedicherò il mio prossimo lavoro discografico. La cantante cui ho sempre fatto riferimento è Carmen Mc Rae che non a caso ha cantato Monk egregiamente. Anche Billie Holiday è nelle mie corde, meno la Fitzgerald poiché lo scat non è mai stato il mio preferito».
E secondo lei il panorama jazz contemporaneo in che direzione sta andando?
«Ascolto molta musica dal vivo e ammiro molto il percorso di Gianluca Petrella che fa riferimento a Sun Ra. Adoro le atmosfere cosmiche del free jazz cui mi sto dedicando con l'associazione Banderumorose. Ho infatti un quartetto di free jazz dove vocalizzo i miei testi fuori dai canoni dell'armonia e della melodia. Con Felice Mezzina e Michele Magno stiamo preparando un concerto dedicato ad un poeta palestinese, Mahmoud Darwish, che presto eseguiremo dal vivo».
Come sarà il suo 2024, cosa si augura?
«Nel 2024 mi dedicherò alla promozione del disco e spero di potermi esibire col quintetto al completo per eseguire fedelmente gli arrangiamenti dell'album. Spero di partecipare a festival sul territorio nazionale».