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Bianca Chiriatti
21 Novembre 2019
Esce oggi Susco, terzo album solista del chitarrista e compositore salentino Marcello Zappatore, prodotto da Workin' Label, e che contiene dodici brani originali da lui composti e arrangiati.
Dopo la pubblicazione del singolo Noci di Coccole, che apre anche la tracklist dell'album, Marcello, con cui abbiamo chiacchierato per farci raccontare qualche retroscena di questo lavoro, presentato ufficialmente domenica 24 novembre al Teatro Comunale di Novoli (Le), ci ha rivelato innanzitutto il significato del titolo del disco: «È un'italianizzazione di Susc, termine del dialetto di Ostuni, che vuol dire 'diffidente', ed è il nome del pesciolino che si vede in copertina, che vive in un mondo popolato di creature con un nome composto da cinque lettere, come 'Opimo' e 'Poldo'». Un album che, come racconta, ha avuto un processo compositivo diverso dai precedenti 'La ciliegina sulla porta' (2009) e 'Propolino' (2015): «A differenza degli altri dischi qui c'è meno elettronica, non ci sono sovraincisioni se non in un brano. Nelle altre canzoni ogni musicista suona la sua parte, ogni strumento è suonato da una persona diversa. È un disco molto coerente, un progetto più univoco rispetto ai precedenti che erano un raggruppamento di brani composti in vari momenti: questi sono scritti tutti nello stesso periodo, con la stessa intenzione, suonati con lo stesso organico».
L'uscita dell'album è accompagnata da tre videoclip, quello di Noce di Coccole, cortometraggio di Giovanni De Santis e Marcello Zappatore stesso, che per avere un legame più diretto tra musica e immagine partecipa attivamente alle fasi di produzione del video, compreso il montaggio, quello di Poldo, che esce oggi contestualmente all'album, un video di animazione realizzato da Flora Tarantino, e il terzo, Opimo, che uscirà a dicembre, girato da Davide Restino e ambientato al Club 2001 di Sava (Ta), con i musicisti avvolti da ballerine appese a elastici da bungee jumping.
Un disco in cui Zappatore, come ha svelato, è stato accompagnato da tanti musicisti che ascolta e che gli piacciono («Sono diventati un po' i miei fratelli, maggiori e minori» racconta): Ovidio Venturoso e Dario Congedo alla batteria, Luca Alemanno al basso, Emanuele Coluccia al sax, Fabio Zurlo alla fisarmonica, Gianpaolo Saracino al violino, Claudia Fiore al violoncello e Gianluca Milanese ai flauti. Un artista davvero eclettico, cresciuto con la musica dei Beatles, di Jimi Hendrix e di Frank Zappa, che ha la consapevolezza che la sua musica, strumentale e talmente particolare da essere difficilmente classificabile in un genere, trova il suo spazio ottimale nella dimensione teatrale. Tanto che alla domanda «Qual è il palco che ti ha emozionato di più e quale quello su cui ti piacerebbe suonare?», risponde cosi: «Il ricordo più bello forse è il concerto del Primo Maggio a Roma, non solo perché ero davanti a centinaia di migliaia di persone, ma anche perché ho condiviso il backstage con Chuck Berry. Non ho particolari ambizioni riguardo a un luogo o situazione in cui suonare: l'ambizione è più creativa, sogno di poter suonare la mia musica, quella che compongo. In fondo è una piccola fetta di immortalità che ci conquistiamo: quando fra 200 anni non ci saremo più, qualcuno potrà ricordarci per le creazioni (e le canzoni) che abbiamo lasciato»
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